Il pezzo forte del vostro frigorifero, nelle quattro stagioni, quello che non potete non avere, estate, inverno, islanda, bankok, qual è?
Qual è l’ingrediente principe senza la quale la vostra vita non avrebbe senso e che quando aprite QUELLA PORTA siete sicuri che lo troverete la e che se c’è, allora c’è tutto?
per me è il re indiscusso è il pomodoro.
Rosso, giallo, camone, insalataro, san marzano, datterino, a strisce bianche e blu, senza almeno un pomodoro, questa casa non si può definire tale.
E sebbene cerco di acquistare seconda la stagionalità delle verdure, cercando di evitare le ciliegie a dicembre , le fragole a febbraio , le melenzane a marzo, l’unica cosa alla quale non riesco a rinunciare e mi spiace ma nessun movimento etico-integralista-ecologista riuscirà mai a convincermi a non comprare i pomodori fuori stagione.
nun ja fò.
Impossibile.
Mi spiace per l’ecosistema, per il mondo, per le tartarughe, per l’umanità tutta, mi spiace per lo sfruttamento dei terreni, la siccità e l’enorme dispendio di risorse per avere i pomodori fuori stagione, ma sul serio, non riesco a trattenermi; quel cestino dev’essere mio, costi quel che costi.
Non una volta mi sono trovata a prendere una confezione di pomodori e guardarmi attorno per vedere se le persone mi stessero guardando con aria accusatoria 😁😁😁😁😁😁
tu! che compri i pomodori a gennaio, sarai la causa della fine del mondo!
🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
O che Madre natura mi apra una voragine sotto i piedi per punirmi del misfatto!
Ovviamente, non succede ne uno ne l’altro, attualmente madre natura sembra distratta riguardo miei acquisti, avrà sicuramente cosa più importanti alla quale dare udienza, come diceva mia nonna!
Ad un certo punto, ho avuto un lampo di genio 💡
ho pensato di coltivarli da sola, magari, ho detto, si risveglierà il pollice verde che è in ognuno di noi e che in me sembra essere così latitante !
La scorsa estate ho iniziato con il primo esperimento da coltivatrice di latifondi terrieri 😂😂😂😂😂😂
poche piantine in dei grossi contenitori neri ed ho temuto che fallisse tutto prim’ancora di iniziare ; la mia buona intenzione contadina non è tutta sta gran cosa e l’unione con il mio pollice nerissimo, mi hanno fatto temere che andasse tutto a “buone signorine” 😅😅😅😅😅
Ma quella santa pazienza di mia madre, si è messa a parlare con le piante come una sorta di San francesco dei vegetali e soprattutto si è messa ad annaffiarle tutti i giorni, cosa fondamentale per la riuscita di un orto, mi ha detto la mater familia, sottolineando il fatto che le piante vanno annaffiate tutti i giorni, non quando mi viene in mente.
🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄
Madre , è appunto per questo che sono circondata a piante che devono sopravvivere alla mia dimenticanza, alle mie cure mancate, alla mia distrazione, ma anche allo scazzo improvviso, eh diciamolo.
Così, da un esperimento mezzo arravugliato dello scorso anno, fatto quasi per scommessa, ho raccolto pomodorini fino a novembre, con una tale produttività che ho potuto anche congelarli;
e qui quindi è partito il lampo di genio due 💡😁😁
ho pensato di aumentare i contenitori, tanto mia mamma li annaffia e ci parla e un giorno ho sentito che c’ha pure litigato 😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂quindi le coltivazioni possono considerarsi salve!
E da due contenitori siamo passati ad otto, con pomodorini gialli, rossi e neri; e c’ho pensato poi, che fai non le metti due zucchine? E le zucche? e alla fine , su una striscia di terra, dove non c’era più niente è nato un microscopico orto .
Al di là di tutto, della bontà o non bontà, al di là della produzione ovviamente piccola ( per soddisfare il mio fabbisogno di pomodori dovrei coltivare mille bidoni probabilmente ) non avrei mai immaginato che un orto sarebbe sopravvissuto a me; essì che mia madre lo cura , verità indiscussa come il sistema solare, la luna e le stelle , ma è vero anche che non mi sarei mai immaginata a raccogliere pomodori , io che ho sempre detestato la campagna e il contadinaggio!!!
😅😅😅😅😅😅😅😅😅
Al sud poi, l’orto è una religiosa pratica osservata da tutti, anche quelli che non hanno un orto, se lo inventano da qualche parte.
Nel Cilento, come in qualsiasi posto del sud, l’estate ha significato per generazioni di famiglie, coltivazioni su coltivazioni per poter poi trasformare e conservare.
L’estate ha sempre portato in dono quelle ricchezze che poi avrebbero consentito di affrontare i lunghi inverni.
Dalle confetture, alle preparazioni sott’olio, preparate con cura dalle mamme e dalle nonne, quando del botulino non gliene fregava niente a nessuno e per saggezza capivi che il barattolo era andato a male solo a sentirne l’odore 😎😎😎😎😎😎, fino ad arrivare alla produzione della passata fatta in casa;
cioè , se non avete fatto “ì buttiglie” almeno una volta nella vostra vita, non potete assolutamente considerarvi del SUD e non avete di certo AVUTO UN’INFANZIA 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
Qua, nella mia africa, la brigata era comandata da mio nonno, che dirigeva tutta la squadra; ognuno aveva il suo compito nella catena di produzione.
Il lavoro diciamo grosso, dopo la coltivazione dei pomodori s’intende, iniziava qualche giorno prima, quando cassette su cassette ricolme di pomodori si accumulavano al sole, per farli finire di maturare.
Il giorno prima, all’ombra di teli e pergolati, si allestiva tutto il processo di produzione: le bottiglie di birra raccolte ai bar e quelle riciclate dell’anno prima, lavate per bene e messe a testa in giù nelle cassette e coperte da vecchie lenzuola per non farle impolverare.
I pomodori lavati e messi ad asciugare.
macchine, imbuti e mestoli pronti su un tavolo, dove nonna avrebbe sistemato le bottiglie e dove “il basilicatore solitario” in genere il più piccolo della famiglia o quello più scansafatiche , avrebbe messo una foglia di basilico in ogni bottiglia prima di essere riempita.
Il calderone, i fogli di giornale nella parte di giardino più nascosta.
E nonno, alle quattro del mattino, mentre fuori iniziava a malapena ad albeggiare, in un misto di blu e di indaco, con una piccola lampada, iniziava a tirare fuori le cassette di pomodori, ad uno ad uno arrivavano tutti, mia madre col caffè e papà che tornava dal forno con gli sfilatini caldi; ognuno prendeva posto nel suo ruolo e tra fatti e cunti iniziava la grande operazione conserviera dei pomodori, da rossi e maturi, brillanti nella loro pelle liscia ed elegante, divenire il passato e i pezzettoni che avrebbero poi arricchito le dispense invernali.
Tra le varie operazioni, schiaccia, strizza, spremi, conserva ,passavano ricordi, pettegolezzi, necrologi ; tra le bottiglie riaffioravano polemiche e si consolidavano certezze, per finire, a mezzogiorno, ricoperti di pomodoro schizzato come personaggi splatterizzati di un film di dario argento e lavati direttamente dalle pompe.
alla fine, dopo la bollitura e il raffreddamento ,l’operazione ultima era scartarle dalla carta di giornale, in cui venivano avvolte le bottiglie singolarmente per non farle rompere, si tiravano fuori dall’acqua ormai fredda e si sistemavano in casa.
Una volta nonno aveva sbagliato la carta di giornale, aveva raccolto dei quotidiani che secondo mia nonna non andavano bene per avvolgere i passati e sicuramente le bottiglie si sarebbero rotte compromettendo la scorta invernale.
Ora, mio nonno che già di suo discuteva poco, si guardò bene dal discutere proprio con la moglie che non solo era un donnone che lo superava di qualche centimetro di altezza e robustezza e quindi rendeva le discussioni diciamo difficili da discutere 😅😅😅😅😅😅piuttosto, come diceva sempre avrebbe volentieri pedalato fino a piombino piuttosto!!🤣🤣🤣🤣🤣
ovviamente aveva obiettato che un quotidiano valeva l’altro, ma probabilmente sottovoce 🤣🤣🤣🤣in ogni caso , non poteva recuperare in tempo tutti i quotidiani della quale aveva bisogno e di rimandare la passatura non era assolutamente contemplato, nemmeno di qualche ora, figuriamoci di qualche giorno; le postazioni erano pronte, le bottiglie lavate e i pomodori maturi al punto giusto altrimenti smaturavano e tutto questo comprometteva la qualità futura del passato e d’inverno, si sarebbe sentita nel sugo della domenica ma se i giornali non avessero protetto come dovuto le bottiglie, causando in chissà quale modo la rottura delle bottiglie stesse, il danno sarebbe stato più grave, si sarebbe perso prodotto, lavoro e tempo!!!
Insomma, le obiezioni di mio nonno non valsero le ragioni della nonna che il giorno dopo iniziò a fare la passata, borbottando tutto il tempo, da sola , mentre lui, con la bicicletta era andato alla ricerca del quotidiano accorso a quel tipo di lavoro ,sempre perchè non amava le discussioni, ma anche perchè non se l’era sentita di rischiare le bottiglie, dalla quale dipendeva il sostentamento della famiglia e del ragù domenicale futuro.
Sono certa che per di sfuggire alle prediche della nonna, sarebbe partito volentieri per il militare altre mille volte!!!!
Alla fine le conserve erano state fatte e le bottiglie avvolte nei quotidiani mandati a prendere dalla nonna, quel mattino alle cinque, erano uscite tutte illese dal calderone, mentre, quelle avvolte nell’altro quotidiano, usate per completare il lavoro, poichè i fogli di giornale non erano sufficienti, si erano tutte rotte!!!
Inutile dirvi che povero nonno, si era dovuto sorbire un pippone enorme per questa cosa 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣 ripetuto nei secoli dei secoli amen !
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Io ho sempre odiato fare i pomodori, non riuscivo a trovarla un’occupazione interessante o divertente e l’ho sempre vissuta con un profondo scazzo; già che vedevo le cassette comparire i primi di luglio davanti casa , già mi partiva l’insofferenza verso tutta l’umanità 😅😅😅😅😅😅 figuriamoci quando alle quattro del mattino venivo ribaltata dal letto e se non ti presentavi all’appello, venivi subito scritta nel libro nero della famiglia.
Il mio ruolo era quello più marginale possibile e sebbene cercassi di scappottarmi ogni volta l’onere di farli, non c’era verso, era richiesta la presenza di tutti e nessuno veniva dispensato.
A mezzogiorno finiva tutto, rimaneva da riordinare , mentre per ricompensa dal lavoro, si preparava la brace per grigliare la carne.
😎😎😎😎😎😎😎😎😎😎😎😎
Alla fine, nel calderone finivano le bottiglie, ma anche le polemiche, i racconti e quanto costituiva una giornata di lavoro familliare.
Ad agosto ci sarebbe stato sicuramente il secondo appuntamento , una nuova produzione che avrebbe consolidato la scorta in caso di guerra fredda, bomba nucleare o fine dei pomodori , che tra tutte le cose era la più probabile, in quanto nessuno si sarebbe sognato di comprare i pomodori durante l’inverno!
Si chiudeva il tutto con la solita frase : stiamo bene minimo due anni, per poi ricominciare tutto nuovamente l’estate successiva.
Nel tempo, questa abitudine si è persa, nella mia famiglia intendo, nessuno aveva più tempo, i nonni non c’erano più e questa sorta di tradizione l’hanno portata avanti i miei genitori ancora per qualche anno, semplificando di molto il processo di produzione, fino a scomparire del tutto .
e i luglio e gli agosto sono declinati veloci, tra il fiorire delle acacie, le balle di fieno nei terreni, le distese di ombrellini bianchi nell’erba alta , nel mentre abbiamo lavorato, vissuto e distrattamente ci è venuto in mente, che qualche anno prima “facevamo i pomodori” magari proprio in quel momento-
E ti assale immediata la malinconia , riportandoti indietro in un tempo che è trascorso via alla velocità della luce e che oggi è un ieri lontanissimo e non ci credi nemmeno tu che l’hai vissuto.
E per quanto l’ho odiato, detestato, inveito contro tutto e tutti per non farli, segnalata come sovversiva, ribelle, scassaballe, nullafacente, scansafatiche, oggi, mentre sto scrivendo questo articolo, mi viene in mente tutto quello che ho odiato e rivedo i nonni , mio padre, i vicini che ti venivano a salutare e a darti una mano, rivedo il passato in un film lentissimo, di cui anch’io sono la protagonista.
AMARCORD ❤
Mi sono lasciata prendere e come sempre ho rubato spazio alla ricetta 😊😊😊
L’idea è molto semplice e di facile realizzazione, la cosa più complicata di questa ricetta , probabilmente è capire a quanti bicchierini ci si deve fermare prima di mangiarli tutti 😂😂😂😂😂😂😂😂
Nei buffet primavera estate fanno sempre bella figura!
Non mi resta che lasciarvi la ricetta e lasciarvi sorprendere dall’incredibile bontà.
Enjoy life 🎈
pannacotta di burrata e pomodorini confit
per circa 6 coppette
250 gr di burrata o stracciatella di bufala
50 gr grana padano
300 ml di panna fresca
6 gr di gelatina (colla di pesce)
olio, sale e pepe per condire
400 gr di pomodorini rossi e gialli
sale
pepe
olio
4 cucchiai di salsa di soia
zucchero di canna
origano
basilico
procedimento:
lavate e asciugate i pomodori e metteteli in una boule capiente; conditeli con lo zucchero di canna, il sale, l’olio, origano e basilico e la salsa di soia.
amalgamateli bene nel condimento e metteteli in forno a 190 ° ventilato per circa 30/40 minuti.
Devono risultare caramellati e succosi.
Tirateli fuori dal forno e fate raffreddare.
In una pentola dai bordi alti portare ad ebollizione la panna; ammollate la gelatina in acqua fredda per farla reidratare.
Quando la panna sfiora il bollore aggiungere la burrata sfilacciata o la stracciatella mescolando con una frusta per farla sciogliere bene.Riportare sul fuoco qualche secondo per far si che si sciolga meglio.
Aggiungere il grana padano, l’olio (1 cucchiaio) il sale e il pepe, amalgamate con la frusta e trasferite il tutto in un bicchiere adatto al frullatore ad immersione.
Frullate bene un paio di volte e poi prelevate un bicchierino di composto, riscaldatelo nuovamente e scioglietevi dentro la gelatina reidratata, aggiungetela alla pannacotta all’interno del bicchiere da mixer e mixate nuovamente con il frullatore ad immersione.
Assaggiate e regolate secondo i vostri gusti di pepe e sale.
Distribuite nelle coppette di vetro e tenete in frigo a rassodare.
Quando è il momento di servire, portate mezz’ora prima la pannacotta a temperatura ambiente, completate con i pomodorini confit, un pò del loro sughetto e servite.
potete servirlo come antipasto o per accompagnare un aperitivo .
Sinceramente è una delle cose più richieste nei buffet estivi piace sempre moltissimo, con questa dose otterrete all’incirca 15 mini bicchierini di pannacotta da completare con un pomodorino confit per bicchiere.
Grazie per aver letto fin qui e vi ricordo che se vi è piaciuta questa ricetta potete supportarmi con un ❤
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Grazie e alla prossima ricetta .