E siamo ad agosto, non lo so voi , ma io non so nemmeno come ci sia arrivata.
arrivata mo è un parolone, diciamo trascinata, rotolata ed in più asfissiata da questo grande caldo.
Vorrei trovare dei motivi per farmelo amico, un qualcosa per farmi dire ah! anch’io l’amo!
Ma come per tutte le storie d’amore con un narcisista patologico , non so se ne vale la pena.
che poi , questo agosto, sovrastimato in tutte le sue sfumature , in quanto pieno di gente, bollente che nemmeno l’africa, con mille difetti e le giornate anche corte, voglio dire, ma anche no 🙄🙄🙄🙄🙄
Ma forse siamo rimasti io ed io a non amarlo, per il resto , lo amano davvero tutti, anche quelli che lo definiscono casinista e disordinato, anche loro, subiscono il fascino delle stelle di san lorenzo, i tramonti sulla spiaggia, i falò (ma si fanno ancora i falò?)
insomma, benvenuto agosto e come diceva mia nonna : passass’ ambress’.
vorrei trovare delle cose di agosto che mi possano piacere e renderlo, allettante, ricco di belle aspettative, ma tolto il mare che non riesco ad andare perchè lavoro e quando non lavoro c’è talmente tanta gente che ci vuole la prenotazione e gli aperitivi a qualsiasi ora dopo le dieci che non pare brutto ,rimangono le zanzare a frotte, il caldo asfissiante, le file chilometriche , la liquefazione e i disturbi psicosomatici da stress da vacanza .
E’ chiaro che è estate e debba fare caldo, altrimenti che estate è, ma queste temperature che sembrano una punizione divina, insomma, non sono facili ; che poi, nemmeno se stai ferma immobile puoi evitare che ti sudi anche la cistifellea! Ne vogliamo parlare?
E quindi, aiutatemi cosa trovate di tanto interessante in questo mese che ti obbliga a fare seimila docce al giorno, che se ti stiri i capelli dopo cinque minuti sembri la brutta copia di Hagrid? e non puoi asciugarli nature altrimenti sembrerebbe che giri con un mocio sulla testa e se li leghi si spezzano e se non li leghi soffri alla follia .
essù.
che poi, spiegatemi, voi bellissime fate lo shampoo alle dieci e sembrate fresche di coiffeur anche allo scattare delle ore ventiquattro ed io invece, sembro una scappata di casa solo dopo cinque minuti?
come è possibile che indossiate i jeans alle quattro del pomeriggio, sfoggiati con la stessa leggerezza di un pareo ed io non ci riesco nemmeno ad infilare il piede che dopo trenta secondi ho già bisogno di altre due docce? E aggiungo, qualsiasi cosa indossi dopo poco ha perso tutto il suo fantastico appeal?
Com’è possibile tutto ciò?
e vogliamo parlare dell’attacco delle zanzare che mi puntano meglio di un cecchino di alta precisione ?
dei costumi che sembrano eccezionali sulle modelle e quando li indossi tu sembri un orso polare col bikini?
Insomma, agosto che stress!
ovviamente non è stato sempre così.
🎈🎈🎈🎈🎈🎈🎈
Durante la mia adolescenza , l’estate era segnata dall’incredibile leggerezza dovuta alla fine della scuola, alle uscite senza tempo, ai bagni al molo a fare tuffi e anche se faceva caldo lo stesso, affrontavi la strada sotto il sole in bicicletta e avevi le visioni , anche se arrivavi a destinazione che sembrava ti fossi calata in una botte d’acqua, tutto questo aveva il sapore della libertà, dell’incredibile spensieratezza della gioventù.
Gli amici del muretto, gli appuntamenti alla cieca, le chiamate dalla cabina telefonica, il sapore di sale dei primi baci scambiati sul bagnasciuga; si viveva in una specie di limbo, fatte di relazioni e di sguardi e le cotte estive erano brevi, il tempo della vacanze, delle uscite in comitiva e poi già era settembre, gli addii, le lacrime, ti scriverò non preoccuparti, sei indimenticabile, addio, ti amo.
E i ti amo diventavano un ti penso, guardando le foto scattate e stampate dopo mesi, prima che i rullini diventassero bianchi e i ti penso svanivano lentamente con l’incedere di ottobre e i diari di scuola che raccoglievano lacrime, canzoni, frasi, fino a finire in quel dimenticatoio di sentimenti cullati dalla tragica nostalgia di febbraio.
E da febbraio, ripartivano lente , le aspettative sulla nuova estate, il gruppo che si riuniva e la speranza di rincontrare qualcuno .Mi troverà diversa?si sarà fidanzato? sarà ancora più bello? si ricorderà di me?
e il tempo ancora una volta sfaccettava i ricordi in molteplici sfumature , tutte intense e tutte diverse; alla fine, dopo un anno, poteva essere come se non si ci fosse mai conosciuti o come se il tempo si fosse congelato in quell’ultimo addio.
E lentamente la comitiva si ricomponeva, le vecchie abitudini riprendevano corpo, il muretto, la stessa spiaggia , il gioco della bottiglia, il walkman e i roller blade, il cornetto algida mangiato a metà, il bagno di mezzanotte e l’attesa di rivedere questa vecchia fiamma e scoprire che non solo si era fidanzato , ma scoprire che era bello ed impossibile soltanto nella tua testa 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
insomma, un mare di aspettative e cuori infranti per scoprire che non ne valeva proprio la pena.
Un pò come agosto, ricco di tante cose bellissime per poi rendersi conto che solo alcune sono belle, altre sono semplicemente stressanti ed altre non sono affatto quello che ci aspettavamo.
🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄
E’ chiaro , che oggi lo dico con la stessa leggerezza di TIZIANO TERZANI, ovviamente non è stato sempre così e spesso mi sono fatta domande esistenziali del tipo :
ma avevo i paraocchi quando l’ho visto la prima volta?
Ma possibile che non mi sia accorta che è simpatico come il morso di una medusa?
insomma il tempo ha dato la giusta dimensione alle cose, riportandole al loro stato , a volte in maniera drasticamente cattiva, a volte planando dolcemente verso la realtà.
in fin dei conti chi è che non si è innamorata del caso umano, del brutto anatroccolo o del narcisista patologico?
E quando non era contemplata la psicoterapia , al risveglio da queste cotte, traumi o disagi, in quale modo si guariva ?
in che maniera affrontavamo il dolore? quale spalla ci veniva offerta per il conforto?
Diciamo che i tempi sono cambiati nettamente,; prima il dolore da cuore spezzato si guariva da solo, leccandosi le ferite , piangendo , cercando le risposte su cioè e avvalendosi di una rete di amiche strettissime , le uniche che conoscevano i tuoi segreti, al massimo una sorella maggiore con più empatia del solito E I TUOI GENITORI NON SAPEVANO NIENTE O QUASI.
Oggi, il dolore è un manifesto sui social, negli stati di whatsapp pieni di frasi e frecciatine e allusioni e provocazioni; oggi il dolore e alla portata di tutti, dalle chat condivise,dei gruppi community, gruppi scuola, amici, amici dei compiti, amici del sabato, gruppo famiglia, gruppo sorelle, gruppo scout, gruppo del gruppo del sottogruppo, gruppo di Gesù, gruppo dell’ultima cena , gruppo dei nonni
eccetera eccetera eccetera
Senza parlare delle sedute di psicoterapia, la pet therapy, il gruppo di sostegno e i genitori che sanno tutto o quasi e che si preoccupano di ricucirti ben bene il cuore in modo che tu non soffra più.
Ma alla fine chi è andato meglio?
Quale delle generazioni in questo caso si può ritenere la più fortunata?
A voi l’ardua sentenza.
Alla fine , non è l’amore e i sentimenti in generale che tengono in piedi tutto questo?
E soffrire rende davvero più forti?
io la risposta non ce l’ho, ma come diceva la mia saggissima nonna
mangia che è meglio
e senza star su a pensarci troppo come sempre nonna aveva ragione ❤
e qual è mai la panacea di tutti i mali, il ristora cuori, quella cosa che ti fa fare pace con il mondo se non il cibo? esiste un guaritore migliore di cuori affranti?
ovviamente il tuo piatto preferito.
e nonna, che c’aveva la saggezza e non la chiaroveggenza , non si trovava mai con la parmigiana di melanzane , quella fritta e unta, modello cilentano, con quattro strati di morbidezza, no, ovvio che no.
ma qualsiasi cosa ti metteva davanti, quel piatto fumante sapeva di coccola, di abbraccio e di conforto.
La pasta alla puttanesca era di uno di quei primi che trovavi spesso ad aspettarti fumante sul tavolo, quello della cucina con la tovaglia classica quadrettata bianca e rossa; un piatto facile , quatto aulive mbrusciunate, na capo r’aglio, rui chiappari sottosale, n’alici salata e doie pummarole che ad agosto non mancavano mai. E il pranzo era fatto.
Capite che anche nei momenti di disperazione da cuore spezzato, avrei preferito cento volte una parmigiana, una polpetta, un ragù quello lasciato a pippiare centociquantasei ore e invece non solo le pene d’amore 😣😣💔💔💔💔💔 ma anche la pasta più piccante e meno accattivante dell’universo 😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
insomma, al karma gli dovevo stare proprio antipatica.
😎😎😎😎😎😎
Ma la vita riserva sempre molteplici cambiamenti; i cuori spezzati diventano di nuovo interi , il dolore passa lentamente ma passa e quando credevi di non poter sorridere mai più , ti sei trovata a ridere a crepapelle della tua scemenza e i giorni scorrono veloci e dopo, quando si guarisce, quando si comprende , tutto assume una dimensione aulica e a volte, anche aleatoria e quindi ti chiedi ma come ho fatto a soffrire , amare, innamorarmi di un soggetto del genere e inversamente scoprire di essere stupida :come hai potuto non amare la pasta alla puttanesca?
E quando un giorno, riproporrete voi alla clinica cuori dei infranti la vostra saggezza sotto forma di cibo non preoccupatevi se non verrete capiti subito, il tempo è malandrino, restituisce tutto a tutti e inversamente quello che non avete mai apprezzato, amato, considerato, vi ritornerà al cuore come il migliore dei vostri ricordi .
Non sono qui ovviamente ad insegnarvi come fare la pasta alla puttanesca, sono certa che tra di voi ci saranno sicuramente dei maestri del genere, ma con modestia e umiltà vi propongo la mia versione marinara con dei delicatissimi filetti di ventresca della linea cilento d’amare di zarotti che andranno ad arricchire la versione classica e che la renderanno infinitamente irresistibile!
Ma prima di lasciarvi alla ricetta, vi chiedo qual è stato il vostro pronto soccorso cuori infranti?
vi leggo nei commenti ❤
enjoy life 🎈
puttanesca di mare con ventresca cilento d’amare zarotti
per due persone:
ingredienti
500 gr di pomodori cuori di bue maturi e sodi
1 spicchio d’aglio
2 gambi di prezzemolo
5 acciughe sott’olio zarotti
una manciata di olive taggiasche
200 gr di ventresca zarotti cilento d’amare
1 cucchiaino di capperi sotto sale
250 gr di ruote garofalo
olio d’oliva
un mazzetto di prezzemolo
procedimento:
laviamo i pomodori e tagliamoli in spicchi a quattro o a sei se sono molto grandi .
Distribuiamo l’olio generosamente in una padella , mettiamo lo spicchio d’aglio e i due gambi di prezzemolo e lasciamo soffriggere.
Attenzione a non far bruciare l’aglio.
Versiamo i pomodori tagliati a spicchi , chiudiamo con il coperchio e lasciamo andare una decina di minuti a fiamma moderata.
Riempiamo una pentola d’acqua per la pasta e mettiamola sul fuoco.
Aggiungere ai pomodori che nel frattempo avranno iniziato a rilasciare un bel sughetto, le alici sott’olio; togliamo i gambi di prezzemolo e l’aglio , aggiungiamo metà della ventresca e le olive .
lasciamo andare a coperchio chiuso per altri cinque minuti.
in ultimo aggiungiamo i capperi lavati dal sale e chiudiamo la fiamma.
Quando l’acqua bolle salare e calare la pasta.
E’ importante che la pasta sia con una cottura lunga in modo da riuscire a completare la sua cottura nel sughetto senza scuocersi.
a metà del tempo di cottura della pasta e la versiamo nel sughetto che nel frattempo avremo rimesso sul fuoco.
Aggiungiamo due mestoli di acqua di cottura e cuociamo con coperchio fino a completare la cottura.
Spadelliamo leggermente a cottura ultimata e completiamo con il prezzemolo tritato e il resto della ventresca.
mantecate con un filo d’olio e servite immediatamente.
il vostro piatto è pronto!
Fatemi sapere cosa ne pensate: Se vi è piaciuta questa ricetta, lasciatemi un ❤ per supportare il mio lavoro.
Grazie per aver letto fin qui e alla prossima ricetta 😉