Ricette

krapfen

” ogni giornata è una piccola vita, ogni risveglio una piccola nascita, ogni nuova mattina è una piccola giovinezza” Arthur Schopennhauer 

Ottobre è trascorso, vestito d’estate, pieno di sole e luce rossa e dorata, dai tramonti fugaci e foschi ed io , non so , come sia potuto trascorrere senza che me ne accorgessi, se non negli ultimi giorni; come un osservatore disattento e distratto che non guarda più oltre il suo sguardo.

Ottobre, di luce calda e giorni nitidi.

Un risveglio dietro l’altro, susseguiti da giorni che sembrano siano passati immortali e giorni velocissimi che sembra che non abbia fatto in tempo a svegliarmi, che era già sera.

E’ volato alla velocità della luce e di tutto questo mese, che cosa ne ho fatto esattamente?

Boh.

Sarà che ultimamente ho troppe cose alla quale pensare e mi sento sempre in affanno e quel che è peggio, se prima in questi affanni ci sguazzavo serenamente, pensando che domani, sicuramente mi sarebbe venuto in aiuto, oggi mi ci sento in leggera difficoltà.

Nel senso che non ho più la mente sgombra , non riesco più a separare in compartimenti stagni patemi, difficoltà, pensieri , opere e missioni, in qualche modo, queste paratie hanno fatto la fine del titanic e si sono mescolate tutte .

Eppure , non sono io con quest’ansia, non sono me; che cosa è cambiato da questa primavera ad oggi che mi sento schiacciata in tubo e non riesco ad uscirne?

Che cosa si è rotto, oltre alla solita rotella malfunzionante, che non mi fa fare il rewind velocissimo e il fast forward senza doverci rimurginare  centoventotto ore? E quando mai ho rimurginato? ‘sta cosa davvero  non me la spiego, io che ho fatto del carpe diem un mantra di vita, del menefreghismo cosmico la mia vela, pronta spedita nelle tempeste, del vivi e lascia vivere la legge che ho osservato più di tutte , ed oggi, mi sento che ‘sta vela non naviga , la sfrontatezza, la liquidità che mi è sempre appartenuta, d’un tratto sono state sostituite dalla consapevolezza che il mondo ha un peso e che oggi pesa anche su di me.

Uhhhh che magone!

Sarà l’età? Il vestito che amo  e che mi entra per giunta,  ma che non posso sgarrare di un millimetro mai più altrimenti non si abbottona? E’ forse colpa delle occhiaie, del poco sonno, del caldo e delle zanzare?

E’ forse colpa dell’estate e del tempo che non ho avuto, delle cose che ho rimandato a settembre e poi ancora ad ottobre e che forse slitteranno inesorabili a settembre di non so quale anno?

Sarà che forse mi sento irresponsabile e che quindi , quando ci riflette mi parte il tic all’occhio?

O forse sono i chackra bloccati, il karma controverso, la luna e uranio nel leone?

E’ probabile forse che mi senta in una morsa e senza via d’uscita nonostante tutt’intorno mi dicono ah !beata te! – che fortuna!- che ti manca-

o peggio quelli che ti dicono che ti stai perdendo il mondo intorno ma vaglielo a spiegare il perchè ti stai perdendo il mondo intorno, tanto non capirebbero e ti guarderebbero comunque con quel mezzo sorriso e ciao.

E’ forse perchè mia figlia , alias cerbero, a giugno compirà diciott’anni e più che il peso dell’età, sento il peso di questo avvenimento che a quanto pare, doveva essere una cosa semplice e sobria e d’un tratto si è trasformato in un evento degno del castello delle cerimonie e di un grasso e grosso matrimonio gipsy messi insieme.

Che cos’è veramente allora?

Sono tante le cose che non mi quadrano e che anche se non sono questo genio della matematica, le linee parallele della mia vita che viaggiavano in direzioni opposte, adesso si sono ingarbugliate come un gomitolo di lana.

E poi a tutto si sommano quelle piccole cose, alias disagi cosmici, che sembrano soltanto complicare il tutto; come quest’orario terribile che ogni fine ottobre mi toglie il sonno e me ne aggiunge troppo e quando potrei dormire sono già sveglia e quando vorrei dormire devo stare ancora sveglia.

e poi, ho appurato che  quei piccoli fastidi quotidiani alla quale prima  non ci facevi caso, non ti causavano il  l’eritema, il bruciore di stomaco, l’alluce valgo  e che invece adesso , li trovi proprio fastidiosi,  altro che pagliuzza nell’occhio del vicino  , vedi travi ovunque, che potresti scrivere un nuovo capitolo del Vangelo secondo Matteo. Sarà che sono anche questi piccoli fastidi che col tempo sono diventati grandi rompimenti a causare , in questo momento questo patema che aggiunge acidità e reflusso?

Sarà  che fino a ieri digerivo anche il cappone ripieno di gualtiero marchesi e adesso, al posto del rossetto, giro con la bustina di gaviscon? 🤔🤔🤔

Di questi fastidi,  ce ne sono alcuni che mi hanno  sempre urtato ed alcuni che invece sono diventati molesti, troppo , negli ultimi tempi.

In auge e mai fuori moda troviamo  la maleducazione, vestita  poi di supponenza, raggiunge il top della classifica, quella a cinque stelle ;già non li sopportavo prima i maleducati, adesso veramente mi urtano il sistema nervoso simpatico e anche quello antipatico; tra l’altro anche supponenti, in quanto suppongono che siano stati invece educati o al massimo indifferenti , con la presunzione che probabilmente non ve ne siate nemmeno accorti. Ma davvero?

Le emoji di whatsapp, non si può rispondere con una emojii, a meno che non sia stia parlando con i propri figli e se proprio si vuole usare una risposta breve, almeno usate emojii comprensibili che facciano intendere la risposta; questi ok , pollici  su, pollici giù,ma boh, tutt’ a post?e scrivilo un si, un va bene, un certo, marò, lo scrive anche il t9 al posto tuo!!!!

Chiarezza; la chiarezza questa sconosciuta. Decidetevi .Prendete una decisione santa pace.

Schieratevi anche se necessario, abbiate il coraggio di prendere una posizione e che questa sia chiara per dindirindina, che qua , non c’abbiamo la palla di cristalllo e non vi si capisce una mazza e quindi chiarificatevi; come il burro; chiarificatevi e poi finalmente palesatevi .E non rompete le scatole con questi e secondo te? e che avresti fatto? ma sei d’accordo? Abbiate il coraggio di essere coraggiosi, che il coraggio premia sempre   -o quasi.

Non sempre è necessario dire quello che pensate. Non è sempre richiesta la vostra opinione, le persone ,sappiatelo, possono vivere anche senza le vostre critiche e non spacciatele per costruttive, alcune sono critiche e basta, non costruiscono proprio niente, anzi , alcune sono talmente vuote e non sense che insinuano dubbi e distruggono l’autistima. Tenetevele per voi. Non potete sapere che tipo di giornata ha avuto la persona di fronte a voi e non sempre è disposta a tollerare le vostre perle di saggezza, i consigli non richiesti, i suggerimenti e chissà cosa altro vi venga in mente in quel momento.

Nessuno vi ha assurto a giudici della vita altrui, nemmeno l’altrui stesso ; e finitela con questa pippa enorme che lo dovete dire , perchè vi sentite in dovere di dirlo; cioè , se non hanno parlato i vicini di Matteo messina denaro, non ho capito perchè mai dovreste farlo voi.

ultimo e non mai ultimo , come diceva Seneca (perdoni Maestro se la scomodo nell’aldilà per motivi assai futili) SI VIS AMARI, AMA

Se vuoi essere amato, ama; e questo è un concetto che si può applicare universalmente a tutto; alla nostra vita, alla relazioni affettive, di amicizia, di rispetto, come un’equazione perfetta si veste alla vita ;

se vuoi quindi essere amato, rispettato, parlato, raccontato, vissuto, bisogna che tu lo faccia allo stesso modo. Reciprocità.

E se non avete inteso, cercatela sul vocabolario.

e dunque allora, perchè mai dovrei sbattermi per qualcuno che non si spreca nemmeno di ricambiare?

Che senso ha preparare biscotti e panettoni a chi non vi apprezza? qual è la ragione che ci spinge in questa direzione ?

Ma , rapportato alle cose più futili, per quale ragione dovrei commentare, lasciare cuori, sorrisi e commenti , ma anche messaggi, inviti, saluti,  SE QUESTO NON E’ ASSOLUTAMENTE E INCONTROVERTIBILEMNTE RICAMBIATO?

cioè , ma insomma, come diceva mio padre, tengo forse scritto giocondo sulla fronte?

😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂

Siamo giunti , quasi, nel periodo dell’anno dove è tutta  una corsa a scavezzacollo verso la bontà a poco prezzo, il buonismo, l’amore e la solidarietà; si stanno già affacciando all’orizzonte  le feste glitterate, l’oro, l’argento e i lustrini , i campanellini tempestosi e il signore vestito di rosso, sta già iniziando a far rombare le renne 😁😁😁😁😁

Insomma da qui al natale il passo è talmente breve che già so che sarò in ritardo, in maniera inesorabile e quel che è peggio , lo so già adesso.

GASP ! come direbbe paperino.

Doppio Gasp ! 😣😣😣😣😣

Ritardi  e  discorsi miei su quanto sia persa a parte, non sono ancora pronta a ragionare su lustrini e regali e mentre il mondo già si muove in una certa direzione, io vado in direzione opposta e friggo.

E già, perchè quando si è in delirio, l’unica soluzione è fare qualcosa di estremo che riporti la mente sulla terra ed io , mi ci sono riportata preparando questi krapfen.

La ricetta non viene da lontano, non esce dai manuali di tecnica tedesca di pasticceria , non ci sono segreti di chef millenari e se vogliamo dirla tutta, della ricetta originale non c’è molto 😂😂😂😂

vi offro in dono qualcosa di semplice e che appaga in pieno il palato, tranne che per il fritto, ma qui ahimè, se volete una cosa fatta bene, un pò si deve soffrire.

Sono i preferiti del mio bamboccino e ogni volta sono baci zuccherosi che ripagano del lavoro svolto. ❤

Vi lascio la ricetta , ma prima vi chiedo : quando avete bisogno di chiarirvi le idee, cosa fate?

Vi leggo nei commenti ❤

krapfen

Per circa 30 pezzi :

600 gr di farina 0

8 gr di lievito di birra fresco (ma quando fa freddo aumentate a 12 gr)

la buccia di un limone

1 cucchiaino di vaniglia

quattro /cinque scorzette d’arancia candite triturate finemente

200 gr di patate lessate

1/2 cucchiaino di sale

90 gr di zucchero

90 gr di burro

1 uovo

300 ml di latte tiepido

confettura di frutti rossi

nocciolata

zucchero semolato per la copertura

olio di semi di arachidi per friggere

procedimento:

lavate bene le patate e lessatele con tutta la buccia; quando sono morbide e la forchetta le attraversa facilmente ,  scolatele, sbucciatele e passatele due volte nello schiacciapatate.

Nella boule della planetaria setacciate la farina, aggiungete lo zucchero e mescolate.

Aggiungete le patate schiacciate finemente ed iniziate ad impastare.

Sbriciolate direttamente il lievito in planetaria, con il gancio ad uncino in movimento, aggiungete poco latte ed impastate  – dosate gradualmente i liquidi in quanto tutto dipende dall’umidità delle patate, pertanto, potrebbero non essere necessari tutti i 300 ml di latte –

L’impasto deve amalgamarsi, aggiungete quindi l’uovo leggermente sbattuto, gli aromi e continuare ad impastare finchè si raggiunge un impasto liscio e ben amalgamato.

Sciogliere il burro ed aggiungerlo all’impasto facendolo incorporare perfettamente.

In ultimo aggiungere il sale, lavorare per alcuni minuti e spegnere l’impastatore.

Versare l’impasto su di un piano di acciaio leggermente infarinato, va bene anche la spianatoia di legno e lavorare ancora qualche minuto pirlando l’impasto leggermente.

Non ci servono grandi lavorazioni della pasta, deve rimanere morbida per essere lavorata.

Ritagliamo circa trenta quadrati di carta forno.

Stendiamo con un mattarello la pasta allo spessore di circa due , tre centimetri.

Con un coppapasta da 8 cm di diametro (ma potete usarlo anche più piccolo) ricaviamo tante impronte che andiamo a sistemare sui quadrati di carta forno.

reimpastiamo i ritagli di pasta , lasciamoli riposare qualche minuto, stendiamo nuovamente e ricaviamo altri dischi di pasta, fino all’esaurimento della stessa.

Posizioniamo  i dischi sui quadrati di carta forno e lasciamo lievitare coperti da un cannovaccio pulito fino al raddoppio.

Per una lievitazione completa e corretta ci vorranno almeno due ore.

Quando sono pronti i krapfen, riscaldiamo l’olio in una padella con i bordi alti.

Per capire quando è pronto per la frittura, io immergo uno stecchino di legno, quando iniziano a formarsi delle bolle intorno lo stecchino, l’olio è pronto.

immergiamo i nostri krapfen nell’olio caldo con tutta la carta che si staccherà da sola quando inzia a gonfiarsi nell’olio.

Cuocere prima un lato e quando è dorato, con l’aiuto di una pinza o una forchetta, cuociamo l’altro lato.

Cuocete pochi pezzi alla volta in modo da poter controllare il grado di cottura costantemente.

     

Scoliamo i krapfen con una schiumarola per pochi secondi sulla carta assorbente e dopo li ripassate nello zucchero semolato che avrete preparato in un piatto.

Completare la cottura di tutti i krapfen.

     

Quando sono tiepidi , preparare due sac a poche con una punta sottile, in uno metterete la confettura e nell’altro la nocciolata o la crema pasticcera se preferite.

Con l’aiuto di un bastoncino (io uso una bacchetta del sushi) bucare i krapfen lungo la linea bianca laterale ( basta un forellino) e farcire i vostri krapfen .

Completate la farcitura e sono pronti per essere serviti.

Grazie per aver letto fin qui , lasciate un like se vi è piaciuto questo articolo e a supporto del mio lavoro.

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Grazie per aver letto fin qui e alla prossima ricetta 😉

 

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