Vol-Au-Vent d’inverno
L’epifania è arrivata come uno spazzavento a portarsi via tutte le feste. Per fortuna.
si lo so, sono detestabile, ma a forza e col sorriso ho affrontato questa incredibile quantità di giorni che mi sono sembrati come la storia infinita, fatti soprattutto di corse, corse a tutto e di cibo in quantità industriale.
e la santa Epifania che tutte le feste porta via, è arrivata come una liberatrice di tutto questo.
Ovviamente non manca dei suoi disagi, ma non è che si può avere tutto, ecco.
Dopo le maratone di cibo che sono iniziate già dal venti dicembre , la corsa ai regali, completati in tempi record il 24 stesso che mi faccio i complimenti da sola per esserci riuscita, gli aperitivi, le feste, le recite, i saggi, i film di natale h24, i preparativi del capodanno e una quantità enorme di chili da smaltire che mi si fa prima a saltarmi che a girarmi intorno, dopo una quantità di giorni indefiniti , a capire quale giorno fosse esattamente, mi rimane di smontare l’albero, che nonostante sia una palla pazzesca , mi sembra il disagio minore messo a confronto con tutto quello che ho già vissuto.
E come un mantra continuo a ripetermi che se anche quest’anno lo abbiamo superato, quasi indenni, tutto quello che verrà dopo, a confronto, sembrerà una passeggiata.,
E l’albero potrei anche lasciarlo li, in una sorta di ignavia e aspettare che si autodistrugga da solo o che qualcuno generoso e servizievole lo smonti al posto mio, ma tra le due ipotesi, nessuna è applicabile o avallata da buona volontà altrui, pertanto se non lo voglio tra i piedi per il prossimo lustro, mi sa che mi tocca questa ultima fatica e sto.
montato farebbe certamente la gioia dei miei gatti che ci hanno dormito beati durante queste feste, ma come per tutte le cose, mi sembra giusto che giunga il suo meritato riposo , riposto nella sua scatola, con dodici giri di scotch marrone e ciao, t’aggia voluto bene assaj.
Insomma, questa è una falsa gioia, si fa atmosfera, ma ogni volta comporta un lavoro enorme, supportato da me e la mia socia in affari, cioè sempre io.
Quest’anno ho tenuto a bada quindi il mio spirito grinch, non ho esternato più di tanto il mio disagio, se non con pochi intimi e con quelli che probabilmente se lo ricordavano, così , vagamente, o che sapevano già ma che in ogni caso lo dovevano sapere, casomai se lo fossero scordato, fatto quel che dovevo fare, con un sorriso (sempre) che a volte mi faceva sembrare jack nicholson in shining , salutato chi dovevo salutare, insomma, un carico ste feste che non lo so, ma se voi avete scelto di essere buoni, perchè mai dovrei esserlo anch’io; ma ora credo che basti, dopotutto ho saputo che non mi verrà dato certo il nobel per la pace, per aver sopportato tutto questo, figli spiaggiati h24 sul divano compresi e scarrozzamenti in lungo e in largo ad orari improbabili per portarli in questo o in quell’altro luogo.
Direi che anche basta.
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Il rush finale, il grande slam spetta alla befana, ultimi regali, le calze piene di dolciumi e con essa l’ultima cena insieme agli amici, il giro di boa di tombola e sette e mezzo prima di depositare tutto negli armadi e darsi al digiuno trascendentale fatto di pane e acqua ; anzi, meglio solo acqua che il pane fa ingrassare.
insomma, sembrerebbe che sia un ritorno ad una vita morigerata, ma sappiamo tutti che non è propriamente così.
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Da adesso in poi, sarà una corsa velocissima e in un attimo zeppole e chiacchiere e il carnevale incomberà su di noi, la Santa Pasqua e il suo carico da nove di pizze chiene e pastiere e sbam, l’estate è qui e so già che non avrò fatto in tempo a dimagrire e piangerò sicuramente sui chili versati e via di burqua nuovamente.
E’ tutto Troppo veloce ed io non sono pronta già a sopportare il caldo, l’estate, un altro cambio di stagione e le zanzare.
Ho bisogno di tempo per somatizzare queste feste che ti tolgono le energie .
in tre parole : Nun ja fò.
Datemi tempo per capire da che lato del mondo mi trovo. Muoversi per casa senza spargere neve e glitter, guardare la cucina e non vedere pile di piatti da riordinare , le coperte da piegare ogni tre per due , le scarpe abbandonate e ciabatte lasciate ovunque e a seguire la domanda classica hai per caso visto le mie ciabatte? te le tirerei in fronte le tue ciabatte!!! insomma, le feste , fonte di gioia o di esaurimento?
Ma prima di depositare l’ascia di guerra , le palline e i fiocchi, prima di abbandonarci alle lamentele di gennaio quanto è lungo e di febbraio quanto è corto, manca l’epifania.
E che non gliela vogliamo dare una soddisfazione a questa vecchina, che cavalca una scopa e gira i caminetti , di notte, al freddo e al gelo a distribuire cose? Non vogliamo festeggiarla con una cosuccia che sennò si offende e ci porta cenere e carbone?
Dal sette in poi, tanto lo sappiamo già, l’imperativo di tutti è dieta , dieta e dieta e ogni volta che una foodblogger prepara qualcosa con burro, farina e uova muore un personal trainer e se oggi ancora possiamo pubblicare impunemente cibo di ogni genere e foggia e perchè ufficialmente siamo ancora obnubilati dal periodo di festa, ancora ci scintillano gli occhi di glitter, ma dopo, dopo so già che ci saranno pronti forconi e tappetini ad attenderci all’ingresso delle palestre , con i personal trainer che diranno : EMMO’ C’HARRIRIPIGLIAMMO TUTT’ CHELL CHE’ E’ U’ NUOSTRO!!!!😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
E dunque, in questo giorno che ancora si festeggia, festeggiamo come si deve, che a cospargerci il capo di cenere e sensi di colpa post festività ci penseremo domani!
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ed è proprio per questo, proprio perchè mi sembrava cosa buona e giusta preparare qualcosa di sfizioso per salutare queste lunghissime due settimane che mi sono sembrate lunghe quanto tre mesi di domiciliari, ho avuto l’idea di questi vol au vent d’inverno.
Accompagnati da una farcitura fresca e golosa completata da un filetto di alice della tradizione zarotti che dona l’equilibrio giusto a tutta la preparazione, questi vol au vent sono sicura che vi conquisteranno all’istante.
i vol au vent sono dei cestini di pasta sfoglia, costituiti da vari dischi sovrapposti, vuoti al centro e leggerissimi tanto da poter essere spostati dal vento.
Come sempre in questi casi, wikipedia non ci fornisce una storia precisa ne tantomeno interessante pertanto dovrei inventarmene una .
Mi viene infatti da pensare, che in una cucina francese del 1800, un cuoco eclettico ma distratto, dovendo sostituire degli scrigni di pasta di un pasticcio di rognone, ebbe la brillante idea di sostituirla con la pasta sfoglia, per alleggerire, come se si potesse, il pasticcio di rognone e animelle tanto pregiati all’epoca.
Lo immagino questo cuoco, sovrapporre dischi di pasta, in modo da ricavarne cestini in modo da poter accoglierne il ripieno, lo chef si chiamava Marie-Antoine Careme e a quanto pare, è stato uno chef di quelli che oggi definiremmo stellati.
Tolti il rognone e le animelle, diciamo che quella dei vol au vent è stata un’invenzione veramente geniale, che ha dato origine a molteplici ricette sia dolci che salate.
La caratteristica principale è la loro (finta) leggerezza; la pasta sfoglia o fuilletè è leggera, ma non di grassi!
Costituita da farina, burro e acqua, deve la sua leggerezza agli strati di burro incassati nella farina che in cottura, liberando acqua e quindi vapore, consentono la lievitazione fisica della pasta e più gli strati di burro sono incassati a dovere, attraverso i tournage, più questa diventa leggera e stratificata.
E’ inutile che vi dica che se volete una cosa fatta bene, la pasta sfoglia la dovete fare voi e non guardatemi con quelle facce come se vi avessi detto di trovare gli unicorni, è più facile di quello che si pensa , richiede certamente del lavoro in più, lavoro che vi ripagherà alla fine , in sapore , consistenza e soddisfazione.
Ellosò che è più facile srotolare quella del super e sono certa anche che avete adocchiato i vol au vent belli e pronti, ma io ve lo devo dì, non si possono vedere, ma proprio per niente!
E a questo punto, se proprio dovete scegliere, almeno scegliete una pasta sfoglia pronta di buona qualità, ma non ditemelo, dopo la stella di sfoglia, che in un atto di buonismo, ho dichiarato che avrei chiuso un occhio , sui vol au vent non ce la faccio e poi le feste le stiamo chiudendo , pertanto è finita la bontà sappiatelo !
😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
Suvvia, scherzo. forse.
Ma la pasta sfoglia, continuo a ripeterlo, dovreste farla voi.
Per fare la pasta sfoglia, oltre ad un lavoro di braccia ( e quindi avrete anche fatto esercizio fisico) se non avete una sfogliatrice, bisogna che si lavori a freddo , il lavoro consiste principalmente nell’incassare il panetto nel pastello, facendo sì che il burro si distribuisca nella maniera più uniforme possibile, le pieghe o i tournage successivi ne determinano le stratificazioni e la friabilità.
Ma andiamo per gradi.
La ricetta di pasta sfoglia che uso io è quella del Maestro Montersino, sempre la stessa da anni, da quando lo seguivo sul canale Alice e che trovate sul suo libro peccati di gola.
Vi dico già che la qualità degli ingredienti utilizzati fanno la differenza, pertanto se na cosa la dovete fare, fatela come va fatta.
Quindi dunque :
utilizzate una farina medio forte, se è un tipo adatto alla pasta sfoglia meglio ancora;
il burro dev’essere quello buono, tedesco, irlandese , svizzero, l’importante è che sia di buona qualità e preferibilmente non salato.
Vi lascio dunque alla ricetta che spero vi piaccia ma prima vi chiedo, quanto siete stressati dalle feste?
Vi leggo ❤
vol au vent d’inverno con stracciatella di bufala, crema di rape e alici della tradizione zarotti
ingredienti :
per circa 500 gr di pasta sfoglia :
per il panetto:
146 gr di farina per sfoglie (io ho usato molino pizzuti farina turchese)
500 gr di burro ( io ho usato goldbutter della bayerland)
per i pastello :
353 gr di farina per sfoglie
10 gr di sale
220 gr di acqua fredda
per il ripeno :
250 gr di stracciatella di bufala
300 gr di cime di rape pulite
filetti di alici della tradizione zarotti
olio
sale
pepe
limone
aglio
peperoncino
procedimento:
per primo prepariamo la pasta sfoglia.
Tagliamo il burro a dadi e lavoriamolo freddo nella planetaria munita di gancio foglia insieme alla farina.
otteniamo un composto grossolano e aiutandosi con la pellicola per alimenti, lo compattiamo, senza lavorarlo troppo in un rettangolo alto due , tre centimetri che metteremo a rassodare in frigo per almeno mezz’ora.
Per il pastello, sciogliamo il sale nell’acqua e aggiungiamolo gradualmente alla farina in modo da ottenere un impasto omogeno. Chiudiamo a rettangolo con l’aiuto della pellicola per alimenti e conserviamo in frigo per almeno mezz’ora.
io li lascio almeno un’ora a rassodare.
Tiriamo fuori il pastello e allarghiamolo su una spianatoia leggermente infarinata in modo da ottenere un rettangolo capace di ospitare il panetto senza eccedere.
Posizioniamo il panetto al centro del pastello e ricopriamo con i lembi di pasta in modo da ricoprire interamente il panetto.
Spolverizzate di farina e iniziate con le dita ad incassare il burro, per poi passare al mattarello, schiacciando leggermente, per incassare il panetto e poi quando vediamo che si è leggermente ammorbidito, iniziamo a tirare con il mattarello.
rigirate la pasta ruotandola e continuate ad incassare il panetto nel pastello.
tirate di mattarello facendo attenzione a non far uscire il burro dalla pasta e richiudete dapprima a metà i due lembi di pasta e poi sovrapponete un lato all’altro.
Avvolgete l’impasto nella pellicola e lasciate riposare per un’ora.
questo è il primo giro della pasta.
Di tournage ne dovete fare altri 4 a quattro pieghe, vuol dire che ogni volta stendete la pasta in un rettangolo spesso mezzo centimetro, la ripiegate prima in due e poi sovrapponete le parti e lasciate riposare almeno un’ora tra un tournage e l’altro.
Ma il numero di pieghe può essere anche a tre o a cinque, dipende da voi e da che cosa volete ottenere.
Dal numero di giri e pieghe si ottiene la consistenza finale della pasta, dalla mia esperienza profana, le quattro pieghe eseguite a quattro danno un buon risultato di alveolatura e friabilità.
Dopo l’ultimo tournage , prima di utilizzare la pasta fatela riposare un’ora.
composizione Vol au vent
Stendete la pasta allo spessore di un centimetro circa.
Con un coppapasta ricavate 9 forme intere e 18 forme alla quale farete un foro al centro, in questo caso ho utilizzato uno stampino a stella.
Pennellate con poco albume il disco rimasto intero e sovrapponete a questo un disco con il foro, successivamente pennellate di albume per incollare il secondo disco forato.
Avete completato il primo vol au vent.
procedete a completare tutti gli altri vol au vent.
le stelline ricavate posizionatele sulla placca, vi serviranno come decorazione.
Preriscaldate il forno a 200 gradi ventilato con calore dal basso .
Spennellate i vol au vent con tuorlo e latte pari peso e infornato in forno caldo per circa venti-venticinque minuti.
Devono risultare alti e dorati.
Tenete da parte a raffreddare su di una gratella.
ripieno:
selezionate le vostre cime di rape che devono essere abbastanza tenere e sciacquatele accuratamente.
In una padella versate l’olio d’oliva, aggiungete uno spicchio d’aglio in camicia, un piccolo peperoncino e due filetti di alici della tradizione zarotti.
quando inizia a sfrigolare l’aglio, aggiungete le cimette lavate, aggiungete il sale e lasciate andare a fiamma media per circa dieci minuti. Aggiungete poi due bicchieri d’acqua e completare la cottura.
Se dovesse servire, aggiungete acqua gradualmente per finire la cottura.
Le cimette devono risultare morbide.
Una volta pronti, togliete l’aglio e il peperoncino trasferiteli in un bicchiere adatto al frullatore ad immersione e riduceteli a crema.
In una boule insaporiamo la stracciatella di bufala con olio, sale, pepe e buccia di limone grattugiata.
Composizione del vol au vent
riempiamo ogni vol au vent per 3/4 con la stracciatella di bufala e per il restante quarto riempiamo con crema di rape.
Completiamo con un filetto di alici della tradizione zarotti e qualche stellina di sfoglia ricavata dalla pasta in precedenza.
I vostri vol au vent sono pronti
Grazie per aver letto fin qui, se vi è piaciuto il mio lavoro lasciate un ❤vi aspetto nei commenti se avete dubbi o domande a proposito.
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Grazie e alla prossima ricetta 😉