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quadri ripieni alla crema

“Non mi ha detto come vivere; ha vissuto e mi ha lasciato guardare mentre lo faceva.”

(Clarence Budington Kelland)

non vorrei cadere nel solito trash sentimentale e parlarvi di quanto mi manchi mio padre e di quanto sia stato una voragine la sua perdita, non solo a livello personale , ma proprio come tessuto connettivo nella mia famiglia, che, sia ben chiaro, viene tenuto saldamente dalle mani della matriarca, che accoglie attorno a se noi scapestrati, in ogni senso e che cerca di colmare il vuoto, anche se per prima lei, ha bisogno di colmare il vuoto, in questo big bang affettivo che le ha stravolto completamente la vita.

Ma no, non parleremo nemmeno di quello che c’ha insegnato, di come ci abbia indicato il modo migliore per farlo, che poi è tutto a fortuna e  in fondo, su questa terra siamo tutto e niente e se facciamo le cose perbene, siamo bravi , se le facciamo astratte , siamo strani.

e qui di stranezze ne potremmo raccontare per libri interi, di quelli da cinquemila pagine che tolkien e il signore degli anelli a confronto sembra un paginetta di un rotocalco.

Ma di qualcosa vi devo pur parlare per almeno millecinquecento parole, altrimenti finisce l’articolo e statt buon.

E’ dunque la festa di San Giuseppe, Peppe per gli amici stretti , proprio quel Giuseppe che    è stato il primo padre putativo della storia, che come ben sappiamo, non ne sapeva niente fino a quando non venne l’arcangelo a dire a Maria che avrebbe portato in grembo il figlio di Dio e che lui che non c’entrava niente e che diciamolo, se ne stava bello bello per i fatti suoi, insieme alla pialla e il raschietto, si sarebbe potuto fare anche due domande a riguardo.

Oppure rifiutarsi magari, ma non ha fatto entrambe le cose , nemmeno sul perchè fosse stato scelto, proprio lui, su un milione di persone nel mondo. Il mondo conosciuto fino a quel momento almeno. Che poi sta cosa Dio la doveva sapere per forza ma non aveva certo perso tempo a spiegargliela, cioè Sono Dio , decido io per te e tu domande non è che me ne devi fare, punto. Del resto è così che funziona la religione. 😎

Correva l’anno zero, che poi zero l’hanno sempre detto i cristiani , gli arabi  dicevano un’altra cosa  quando hanno inventato i numeri e  poi sono arrivati i papi a mischiare le carte in tavola e hanno iniziato tutti a dare i numeri e così Papa Gregorio XIII decise  che il calendario giuliano, quello fatto dai romani per intenderci, non gli piaceva, non ci poteva mettere le festività e quindi via, togliamo ste cose pagane ed introduciamo nuove regole, nuove date, nuovi giorni e sto.

Insomma nel 1582 sta cosa si poteva fare, comandavano i papi che si dividevano terre e poteri e uno come si alzava una mattina, così faceva, tanto sono il Papa, alla fine faccio quello che voglio.

e dunque, Giuseppe, che prima di Maria era sposato con un’altra e dalla quale ebbe sei figli, fu designato da Dio per essere il genitore di Gesù e Dio gli promise una tunica scintillante e una festa a celebrarlo nei secoli dei secoli amen.

Ma Giuseppe era considerato Giusto e questo a quanto pare , era un aggettivo che lo rendeva uomo di grandi qualità e capace di prendersi Le responsabilità. Cioè, non sembrava affatto il tipo che in caso di divorzio avrebbe mancato di pagare gli alimenti o che non avrebbe accompagnato Gesù al catechismo, tralasciando il fatto che Gesù il catechismo se lo faceva da solo, avendo le capacità e come dire, certi Natali importanti alle spalle, che non ne facevano un raccomandato qualunque!

sono certa che al minimo dubbio , si interconnetteva col Padre Dio che gli spiegava magari tre , quattro cose e il problema era risolto.

Certo Dio gli aveva dato tutto, ma la paghetta gliela passava Giuseppe e si sa, certe cose contano, soprattutto quando si è adolescenti e bisogna comprarsi , chennesò, la tunica nuova per fare colpo.

E poi capite la responsabilità di questo Santo uomo, che nella vita , oltre ad essere genitore adottivo di una superstar , faceva il falegname e ad ogni lavoro doveva spiegare cose, alla gente curiosa, riguardo questo suo figlio veramente speciale ed eclettico;

-Eh ma allora giusè , è vero che cammina sulle acque o è un trucco?

-Usa dei sandali speciali? Non è che ci farebbe un corso anche al mio di figlio, che vorrebbe tanto imparare?

-E quindi Peppe, stasera cosa mangi ?pane e pesci e acqua trasformata in vino? E’ più leggero il vino che fa tuo figlio? somiglia più ad un cabernet o a un tavernello?

Capite? immaginate la scena, vostro figlio adottivo trasforma il vino in acqua , cura i lebbrosi, ridà la vista ai ciechi, mette in piedi gli infermi, robe da sentirsi sopraffatti al primo miracolo e invece lui no, con umiltà , quando i discepoli scrivevano delle sue gesta,  ne divulgavano il verbo e la gente che lo seguiva , gli apostolo avanti e indietro, un via vai per casa e per la strada mai solo, mai un momento per poter sbroccare, gente dappertutto e le pie donne che piangevano sempre e i bambini che correvano e la privacy questa sconosciuta, quest’uomo sopportava tutto questo, , come un viandante nel traffico di bogotà  e mai e dico mai , uno sbotto, una predica, un cazziatone.

Io personalmente sarei sbroccata per molto meno, essù !

Non sarà stato per niente facile, capite quindi perchè era stato scelto? Per la sua imperturbabilità e anche perchè secondo me, tanti candidati in grado di sostenere tutto questo clamore non ce n’erano.

Un sant’uomo e chest è.

Concreto, che non si è fatto demoralizzare dalla famous fam che aveva a fianco.

Fosse stato figlio di Wanna Marchi a quest’ora era già in tutte le televendite dell’universo.

🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄

Che poi , avrei voluto vedere voi, ricevete la chiamata di Dio  a questo ruolo, vi dice che siete i prescelti  e voi che gli avreste detto ? no grazie non me la sento? Sono troppo giovane per avere un Figlio nato dallo spirito Santo? Vi sembro così babbo che potrei sopportare tutti i commenti? E se poi lo viene a sapere anche Lui? come glielo spiego? Se le farà due domande sto ragazzo! perchè cammino sulle acque papà? Sono speciale?

Insomma, posposto agli anni 2.0 ci sarebbe stato di certo un team di psicologi e analisti comportamentali ad aiutare quest’uomo. E avrebbe aggiornato i suoi stati d’animo su facebook ogni tre per due e sbroccato su threads o pubblicato reel virali dell’enfant prodige su instagram – Guardate  questo è mio figlio, plana sull’acqua, senza tavola, un genio!-

capite quindi che non poteva essere scelto il primo passante di Betlemme, ci voleva per forza qualcuno in grado di sostenere tutto questo senza dare i numeri o darsi all’alcol!

E quindi Giuseppe il falegname, eletto a padre dell’universo,  che in sorte ha avuto il compito di gestire nientemeno che il figlio di Dio non poteva che essere un Santo, sissignore, un Santo con la S maiuscola

Come ogni festa che si rispetti non può mancare un pensierino, che sia autoprodotto, preso dal cassetto del babbo (😆🙄😎) o acquistato per celebrare questa ricorrenza.

Che sia semplice o complesso non importa, i papà, come le mamme , queste cose non le guardano, l’importante, come si dice sempre è che ci sia il pensiero.❤

Se poi, questo pensiero , come dico sempre io è fatto preparando qualcosa che sai che gli piace molto, come il piatto preferito , allora vale il triplo.

E dunque, in occasione di San Giuseppe aka festa del papà , nel mio Cilento è usanza preparare i vicci  ,graffe o zeppole (da non confondere con la zeppola di Partenope che è di pasta choux) , oggi  conosciute  anche come donuts, ma non quelle americane glassate ma bensì rotolate nello zucchero. Tonde con impasto alle patate o senza, rappresentano da queste parti il dolce per antonomasia da offrire ai babbi .

E al mio babbo, che si professava non amante dei dolci, ma che quando c’erano ne assaggiava sempre un pezzo, le graffe o vicci piacevano molto.

E alla fine, ci siamo legati a questa o quella tradizione, anche quando non c’era la voglia di fare nulla, più che altro per mantenere vive certe abitudini, che quando si abbandonano certi porti, quando si chiudono certe porte, tutto tende lentamente ad eclissarsi , in una sorta di remoto dimenticatoio dalla quale accingiamo di tanto in tanto , ricordi che sanno di risate, lacrime , di zucchero e vaniglia.

Il cibo ,come la più potente macchina del tempo è capace di riportare indietro anni luce in pochi secondi e far riaffiorare cose che pensavi di aver perso per sempre in chissà quale anfratto del tuo cuore.

Al mio papà  questi quadrotti ripieni alla crema , profumata con la buccia delle arance del nostro giardino, sarebbero di certo piaciuti molto e poi per scherzarmi mi avrebbe detto che ad ogni modo niente era come l’acquasale con le alici 😂😂😂😂😂😂😂😂

Spero che allo stesso modo piacciano anche a voi. Senza acquasale e senza alici ovviamente!

Vi lascio alla ricetta e vi ringrazio di aver letto fin qui.

Buona festa del papà.

Enjoy life 🎈

quadri ripieni alla crema

ingredienti :

per circa trenta pezzi :

650 gr di farina 00

170 gr di patate rosse bollite e schiacciate due volte

la buccia grattugiata di mezza arancia

la buccia grattugiata di mezzo limone

1 bustina di lievito secco per lievitati (tipo mastrofornaio)

80 gr di zucchero

200 ml di latte ( da usare gradualmente)

165 gr di uova

90 gr di burro morbido

10 gr di sale

per la crema aromatizzata all’arancia:

500 ml di latte

la buccia intera di un’arancia

1 uovo e due tuorli

60 gr di amido di mais

120 gr di zucchero

80 gr burro morbido

Olio di arachide per friggere 1 litro

zucchero semolato per la finitura q.b.

procedimento.

lasciate il burro per la brioche a temperatura ambiente, deve essere morbido e non sciolto da microonde

nella boule della planetaria inserite la farina, il lievito secco e lo zucchero, date una mescolata con il gancio ad uncino.

Con la velocità a minimo , aggiungete le patate schiacciate due volte con lo schiacciapatate e tiepide.

Iniziate a lavorare aumentando la velocità della planetaria ed aggiungete le uova facendole incorporare gradualmente ed inserite alla fine il latte, sempre in maniera graduale in modo che l’impasto sia sempre elastico e omogeneo; non dovete ottenere una pasta molle che avrebbe difficoltà ad essere lavorata.

Infatti negli impasti lievitati con le patate  la quantità di liquidi è strettamente correlata all’acqua rilasciata dalle patate stesse, difatti è sempre consigliabile utilizzare patate a pasta gialla o patate rosse che garantiscono un risultato perfetto e questo vi consentirà di ottenere impasti sodi ed elastici.

Quando l’impasto inizia ad incordare , aumentate leggermente la velocità e quando stacca dalle pareti possiamo aggiungere il burro un pò alla volta , insieme alle bucce grattugiate degli agrumi , in modo che si amalgami perfettamente all’impasto.

Fate incordare nuovamente l’impasto e solo in ultimo aggiungiamo il sale.

 

Trasferiamo l’impasto incordato su di una spianatoia leggermente infarinata e stendiamolo in un rettangolo mediante l’aiuto di un mattarello.

     

Ritagliamo circa trenta quadrati dai fogli di carta forno e teniamoli da parte.

Con l’aiuto di una rotella ricaviamo i quadrati dalla pasta che abbiamo steso e posizioniamo ogni quadrato di pasta su un foglio di carta.

Mettiamo tutti i quadrati su di un vassoio e lasciamo lievitare per circa 2 ore e mezza o fino a che non saranno evidentemente lievitati fino al raddoppio.

crema aromatizzata all’arancia

lavate la buccia dell’arancia che dev’essere necessariamente biologica .

Con l’aiuto di un pelapatate tirate la buccia senza prelevare la parte bianca che è molto amara.

Portate a bollore il latte con la buccia dell’arancia e lasciate in infusione a fuoco spento, dopo il bollore per almeno mezz’ora.

Lavorate i tuorli e l’uovo con lo zucchero fino a scioglierlo, aggiungete l’amido setacciato e mescolate con una frusta per rompere eventuali grumi.

Prelevate un mestolo di latte aromatizzato ed aggiungetelo alla crema, diluite il composto e poi versatelo direttamente nella pentola con il resto del latte

fate addensare la crema a fiamma media sempre mescolando e quando raggiunge un consistenza soda, spegnete il gas e con la frusta mescolate energicamente per togliere eventuali grumi.

Aggiungere il burro morbido, amalgamare il tutto e far raffreddare scoperta per circa 15 minuti e poi coprite con pellicola a contatto e ponete in frigo a raffreddare.

cottura dei quadretti

In un tegame capiente e con i bordi alti versate circa 1 litro di olio di arachide , fatelo scaldare, inserite nell’olio uno stuzzicadenti, quando inizierà a formare delle bollicine l’olio è pronto.

Inserite nell’olio i quadri con tutta la carta , che si staccherà da sola quando l’impasto si gonfia e fateli dorare da entrambi i lati.

quando saranno belli gonfi e dorati, tirateli fuori dall’olio con una schiumarola e fateli scolare qualche secondo su carta assorbente e poi li ripassate da entrambi i lati nello zucchero semolato e li trasferite su di un vassoio.

 

Completate la frittura di tutti i vostri quadri. Mettiamo la crema ormai fredda in un sac a poche con un becco a stella non troppo piccolo , io ho usato C4 della wilton e foriamo i nostri quadri lateralmente e li riempiamo di crema completate con un ciuffetto di crema sulla sommità e spolverate di zucchero a velo se gradite.

I vostri quadri alla crema sono pronti.

potete anche farcirli con nutella , confettura, nocciolata o qualsiasi altra crema di vostro gradimento.

Se vi è piaciuta questa ricetta non dimenticate di lasciare un ❤

Grazie per aver letto fin qui e alla prossima ricetta 😉

 

 

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2 commenti

Sabrina di Delizie & Confidenze Marzo 19, 2025 at 17:39

Queste fanno gola anche a me, ma tanto tanto!!
Mi avevi fatto sorridere con un assaggio del testo si IG così son corsa qui a leggermi tutta la storia….ma tu sei unica, un vulcano di simpatia! Racconto spettacolare, io insegnerei questo al catechismo 🤣🤣🤣 e sinceramente, tutta sta pazienza io non ce l’ho, tutta questa comprensione ancora mano, per questo non mi faranno mai Santa🤣

Reply
Teresa Marzo 24, 2025 at 19:00

ciao sabrina! Grazie per aver letto l’articolo e sono felicissima che ti sia piaciuto!
Grazie grazie, grazie mille di cuore 💓

Reply

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