Ricettetorte da credenzaTorte semplici e plumcake

torta fondente al cocco

Sliding doors

La torta al cocco più buona della vostra vita e ovviamente non poteva che essere nata per errore!

E’ così, infatti ,che nascono sempre le cose buone, da una ricetta che però doveva essere un’altra e che per questa mia distrazione maledetta, ricordavo di avere un ingrediente e invece a metà dell’opera ho scoperto di aver avuto una svista!

Nel mentre vi dirò, mi sono sconcertata e non poco , per due ragioni, non era assolutamente la torta che volevo fare e per il cocco che non è che mi piace chissà quanto, a meno che non sia cocco bello cocco fresco, mangiato sulla spiaggia al tramonto, comprato direttamente dal secchio dell’ambulante e con un migliaio di microbi e batteri ammessi, ma anche li, dopo due pezzetti , già boh, non mi piace e non è per i microbi giuro!

Faccio un’unica eccezione per i bounty, freddi ghiacciati da frigorifero e stop!

Ma qui, a questa latitudine io sono proprio una mosca bianca, in quanto circondata da amati del cocco in tutte le sue forme ( e di cocco e cioccolato non ne parliamo) e che la torta più richiesta rimane sempre la cheesecake gusto bounty mio malgrado.

😆😆😆😆😆😆😆😆😆😆😆😆

E quante volte , vi sarà capitato di essere nel posto sbagliato, al momento sbagliatissimo o nella situazione giusta nel momento top? insomma, gli errori, le situazioni , capitano a tutti.

Le situazioni da sliding doors, per intenderci e che secondo me, viviamo di continuo; momenti che dovevamo essere altrove ed invece per chissà quale caso, ci troviamo nel luogo sbagliato e tac! la nostra vita assume una piega diversa! Cambi di destinazione che non ci saremmo mai aspettati o immaginati.

D’altronde se qualcuno vi ha detto che i treni passano una volta soltanto, diffidate immediatamente , nessun treno passa una volta sola, forse questo accadeva nel 1880, al massimo fanno ritardo , tutt’al più, se viaggiate con trenitalia, vi sopperiscono la tratta e non vi mettono a disposizione un mezzo sostitutivo dalla serie ognuno si arrangi come può; e le situazioni, rapportate alla nostra vita, non è detto che non possano ripresentarsi! Un pò come quei vecchi amori, che abbiamo creduto essere l’unico VERO AMORE della nostra vita e che quando , dopo giri immensi ritornano (venditti docet)  sanno di minestrina riscaldata, quella insipida e  triste, lasciata nel contenitore tupperware in frigo, che per carità, il contenitore ha messo tutto suo essere per mantenerla eccellente, ma è la base proprio che è insipida e bruttarella; e ciò vuol dire che quando eravamo (eravate) innamorate non abbiamo colto i tratti salienti, l’abbiamo visti principi azzurri col cavallo bianco, il pennacchioin testa e le vesti che scintillavano di diamanti, bellissimi , lo sguardo languido e con quei modi un pò rozzi, che in una situazione normale li avremmo presi a schiaffi e piuttosto  li abbiamo presi per timidi, spacciato per carattere quelle spigolosità assurde che oggi prenderebbero certi cazzotti 😆 e invece, quando si sono  ripresentati , li  abbiamo visti per davvero, insipidi e rozzi, col ronzino al posto del cavallo e anche tristi, peggio della minestrina, che in quanto a tristezza non la batte nessuno; e quando hanno cercato di sfoderare il sorriso accattivante, lo sguardo languido  l’unica cosa che abbiamo notato è quanto eravamo innamorate da non notare tutto questo?

Uh quanto? incalcolabile, esattamente come l’espressione di ribrezzo adesso, mentre un brivido ci percorre la schiena e sicuramente ci siamo  chieste : ma esattamente, cosa mi piaceva?

😎😎😎😎😎😎😎😎😎😎😎😎

Non lo so, ogni scarrafone è bell a mamma soia e quello che è intercorso tra le NOI del passato e quelle del presente , sono una quantità di treni passati, portoni aperti e chiusi e situazioni che come un labirinto ci hanno portato in un infinità di mondi diversi.

D’altronde, se è destinato a te, troverà il modo di raggiungerti, ovviamente la sfiga è la prima in lista , manco a dirlo, ma anche le cose belle, , diciamolo; una su un milione, ma dai , ogni tanto succedono!

E dunque, quando abbiamo creduto di perdere tutto, sul filo del rasoio e ci siamo salvati, veramente per il rotto della cuffia, ed anche quelle sono situazioni da sliding doors; eccezioni che aguzzano l’ingegno oppure momenti di sconforto che hanno segnato ed insegnato ; non voglio però cadere nel trash e chiamare in causa la fenice, che risorge dalle ceneri e tutte ste cose che adesso fanno tanto figo sui social, no, non mi avrete e se proprio volete saperlo, la parola resilienza l’ho tatuata dieci anni fa, in tempi non sospetti, quando i tatuaggi ancora li schifavano tutti  ma quando ho scoperto essere la parola preferita di certe categorie , non ho detto più di averla 😆😆😆😆😆😆😆😆😆😆

non metto sul piatto della bilancia che cadi e ti rialzi, finora non ho conosciuto una sola persona che non abbia dichiarato di esser caduto e di essere rimasto a terra, ergo, qua cadiamo tutti i quanti e tutti i giorni, perchè la vita è veramente da prendere con  una cazzimma assurda e non fa eccezioni e se non sei pronto, sei spacciato!

E come le eccezioni, così gli abbagli che abbiamo preso, accecati dall’amore, dall’odio, dal risentimento o da chissà cosa , hanno pilotato la nostre scelte e di conseguenza il nostro percorso;  in genere sono l’amore o l’odio, sentimenti entrambi e che per buona sorte, reggono le file delle nostre decisioni e che quando obnubilati da questo o quel sentimento,  abbiamo preso decisioni veramente assurde, al limite del legale, salvo   poi all’improvviso, un intoppo , un ripensamento o un vero e proprio cambio di rotta, voluto o capitato  ci hanno completamente cambiato la prospettiva, messo su una nuova partita con regole diverse. E quindi non abbiamo imparato i nuovi ruoli?  E quante volte abbiamo ripiegato sui vie minori e meno sicure, per scoprire, poi, che si era fatto il più grande azzardo della propria vita?

Ma senza essere una filosofa, senza snocciolarvi il solito pippone che si risolve sempre a quanto fondoschiena hai nella vita 😂😂😂 sappiate che io sono una maestra di arrampicamento sugli specchi, di soluzione borderline, di casini fatti e risolti non lo so nemmeno io come,  di cadute rocamboulesque e atterrata acciaccata ma viva, insomma, io  non progetto mai niente di più lungo del week end e anche così, a corto a corto,  so già che può andare tutto dannatamente storto!

E l’ultima mi è capitata proprio ultimamente, a trenta secondi dall’uscire, dopo aver finito di lavorare tardissimo, dopo una volee meglio di quelle del padel, rimbalzando da una parte all’altra, senza mai toccare terra, quando ero ormai : lavata-stirata-truccata-vestita-corredata di pelliccetta e borsetta di swarowsky, a trenta secondi dal mio : ok , ciao ci vediamo più tardi- un imprevisto , un imprevisto importante ha concluso la serata lì.

🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄

E dunque, non avevo progettato di uscire proprio quella sera? cosa poteva mai andare storto?

Eppure è successo, è andato storto qualcosa ed io sono rimasta lì, delusa e scontenta.

” sono queste dunque le cosiddette cose che capitano”

che stranamente sembrino capitare sempre a me, ma che capitano.

Si è forse dunque aperto un portone? no, mi si è aperto uno scazzo clamoroso 🤣🤣🤣🤣🤣

E quando sento di persone con la mania del controllo, che progettano ore, minuti, secondi , giorni e anni a venire , un pò li invidio, perchè queste persone o sono dannatamente preparate agli imprevisti più assurdi o sono più incoscienti di me e pontificano mesi come se fossero ore.

E se succede qualcosa?

Certamente se siete previdenti, sicuramente l’incerto è stato già ponderato e messo in conto come una sorta di assicurazione contro gli imprevisti della vita, un cuscinetto tra voi e le difficoltà, ma quello che mi chiedo , quante e quali sono le difficoltà ponderate tali da potersi assicurare contro?

Cioè, siete davvero quindi parati anche dallo scazzo quotidiano?

E meno male che ci sono rimaste le cose semplici da fare, di quelle che faresti ad occhi chiusi, proprio come fare una torta. Certamente , non stiamo parlando di una wedding cake da 118 piani, ma cosa può andare storto quando decidi di preparare una torta?

Diciamo che in fondo è tutto superabile , che non parliamo di problemi esistenziali da venire a capo, che non ci vogliono i fisici quantistici per risolvere l’equazione di burro e farina e non servirebbe eratòstene di cirene per calcolare il diametro della teglia da utilizzare, insomma diciamolo, sarebbe una cosa semplice, che la faceva mariarosa, la bambina con i codini della bertolini o gli angeli della paneangeli e quindi, chi siamo noi, da non riuscire a fare una torta o da non riuscire a trovare la soluzione in caso non abbiamo un ingrediente reperibile?

Insomma, il pericolo è sempre dietro l’angolo, anche quando faccio una torta e quella che doveva essere la torta regina di Saba, la preferita di julia child, si è trasformata in un’altra torta e che , nonostante la mia scarsa simpatia per il cocco, è venuta anche squisita!

Fortuna? forse.

Capacità di problem solving immediato?probabilmente!

Poteva uscire una cosa così così? Certamente!

L’ho rifatta almeno altre tre volte e non solo per consolidare la ricetta? ovviamente!

La rifarò ?Assolutamente si!!!

       

E dunque vi spiego, ero partita da questa torta di julia child, che somiglia incredibilmente ad una torta caprese, ma dalla traduzione, capisco che è umida ma non fondente e vabbè, la caprese è caprese e non mi verrebbe mai di dire che la child ha copiato la caprese, ma non è questo il punto,; insomma,   ero fermamente convinta di avere in dispensa la farina di mandorle che necessitava per la ricetta ; ma ovviamente e come poteva essere diversamente, non ho fatto il check degli ingredienti prima, sono partita direttamente in quarta e a metà del lavoro ho scoperto di non avere nemmeno un sacchetto di farina di mandorle, ma solo cocco.

Già in se, il fatto che avevo tutti sti sacchetti di farina di cocco (attenzione da non confondere con il cocco rapè che è un’altra cosa assolutamente) che il cocco non mi piace nemmeno, già questo sarebbe da farsi due, tre domande, ma chissà quale trip mentale mi ha fatto acquistare una tale quantità di farina di cocco e poi rimuoverlo completamente dalla mia testa ; infatti ero convinta fosse farina di mandorle e quindi sono andata a colpo sicuro e quando non l’ho trovata, non potevo uscire per andare a comprarla e non ne avevo nemmeno voglia in verità e per qualche secondo ho pensato di abbandonare tutto, ma poi il buon senso ( vale dire buon senso in questo caso?) ha prevalso e sono andata avanti.

Se la vita ti da farina di cocco, tu facci una torta!

magari proprio questa! L’importante , e ve lo dico proprio sinceramente, è che usiate farina di cocco e non il cocco rapè che puzza a dieci chilometri e che trasforma tutto in un mappazzone. Al massimo potete usarlo nelle ricette che non necessitano di cottura, altrimenti lasciate stare, fate un’altra cosa. Questo è un piccolo dettaglio che vi svolterà per davvero tutta la ricetta.

Ecco, ora ve l’ho detto!

E dopo questa perla di saggezza, vi sgancio anche la ricetta, così ve ne innamorerete follemente e tranquilli,

Potete anche ringraziarmi dopo.

🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣

Vi lascio la ricetta , ma prima vi chiedo quanto siete pronti e preparati agli imprevisti?

Vi leggo ❤

Enjoy life 🎈

torta fondente al cocco

ingredienti:

3 tuorli

3 albumi

175 gr di zucchero

120 gr di burro morbido

80 gr di farina di cocco  NO COCCO RAPE’

120 gr di farina per dolci

45 ml di latte

5 gr di lievito per dolci

120 gr di cioccolato fondente

1 pz di sale

per la copertura circa 100 gr di cioccolato fondente

20 gr di burro oppure 1 cucchiaio di olio di semi

procedimento:

Fate fondere il cioccolato fondente a bagnomaria e quando è fuso tenetelo da parte ad intiepidire.

montare il burro morbido con lo zucchero, dovete ottenere una crema bianca e spumosa.

Potete usare un mixer o la planetaria, io l’ho montata amano con un cucchiaio di legno e poi con la spatola, fino ad ottenere una consistenza bella spumosa ed areata.

Quando il burro e lo zucchero sono belli cremosi, aggiungere un tuorlo alla volta ed amalgamarlo bene al composto prima di aggiungere l’altro.

Completate con i tuorli e continuate a lavorare per ottenere una bella crema spumosa.

Aggiungete il cioccolato fuso e tiepido ed incorporatelo alla crema ottenuta.

Amalgamate il tutto.

Aggiungete la farina di cocco ed amalgamate ancora.

Montate a neve ferma gli albumi ed incorporateli al composto.

Setacciate il resto della farina e il lievito sulla montata e amalgamate il tutto, senza smontare il composto, aggiungendo gradualmente il latte ed in ultimo il sale.

Amalgamate e versate in una teglia di circa 20 cm di diametro, imburrata ed infarinata.

cuocere in forno statico a 170° per circa 50′

Fate sempre la prova stecchino.

Ovviamente se volete una consistenza più fondente diminuite i tempi di cottura.

Una volta pronta , estraetela dal forno e ponete a raffreddare su di una gratella.

Sciogliete a bagnomaria il cioccolato per la copertura con un cucchiaio di olio di semi o venti gr di burro.

Quando sarà sciolto e lucido,coprire la  torta con la glassa e farla ricadere sui bordi in modo da poterli glassare .

Se vi piace potete completare con il cocco tutt’intorno.

La vostra torta è pronta.

   

Tenetevi pronti a rifarla più volte 😉

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Grazie per aver letto fin qui e alla prossima ricetta 😉

 

 

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