Ed eccoci giunti nel periodo dell’anno più luminoso, complicato, lavorato e caotico di sempre, quello che mette a dura prova chiunque, anche i grinch più grinch dell’universo.
Siamo arrivati a dicembre, ultimo figlio di questo anno, che necessariamente richiede una certa pazienza, organizzazione e produttività in tutti i campi.
Ci vuole anche un fegato di ferro, uno stomaco a prova di gaviscon e soprattutto resilienza per affrontare una moltitudine di anche a te e famiglia ,che a volte sembrano veramente troppi e molto spesso non richiesti.
E’ incredibile come quando si ha a che fare con le feste che riguardano Gesù il cibo si moltiplica inverosimilmente , meglio delle nozze di cana.
E’ risaputo che il Natale a partire dalla metà di ottobre, focalizza su di se le aspettative più incredibili; c’è chi già prepara l’albero, chi da lo start alle produzioni di cibi , ai regali da preparare, agli addobbi che devono essere belli pronti e posizionati prim’ancora che arrivi l’otto dicembre; e poi ci sono io , che mi perdo in una miriade di cose e che mi riduco sempre all’ultimo.
Immaginate quanto sia difficile, rispettare certe serratissime tabelle di marcia ed essere me, che in quanto ad organizzazione sono sempre l’ultima, ma l’ultimissima proprio.
e quanto questo rifletta negativamente sul mio lavoro di foodblogger; se fossi stata brava, invece di perdermi nei miei immensi buchi neri, a quest’ora avrei avuto già pronto cosa pubblicare fino al sei gennaio, invece, ma sai che novità, sono sempre almeno seicento pubblicazioni indietro.
Ma và.
E mentre cerco di compiere la mia prima opera di ricette per le feste dove mancano ancora almeno sei sette articoli, cerco di recuperare il tempo nelle ore che mi restano libere, approfittando della pioggia, che mi impedisce di fare altro.
La domanda che mi sovviene più spesso, ma voi, come fate ad essere così efficienti?
Chi vi stende le lavatrici mentre scrivete e chi vi scarica le asciugatrici mentre fotografate?
Fate tutto da soli? Vi avvalete di gnomi e folletti che fanno al posto vostro, così proseguite spediti nelle vostre produzioni? Avete qualche trucco che potete passarmi per essere efficienti in tutti i campi?
Parliamo dell’albero , che ancora giace smontato sulle poltrone di banano a prendere aria , in attesa di poterlo montare, quando i miei figli decideranno di farlo.
Perchè la regola vuole di farlo tutti assieme , ma attualmente, ancora non è entrato nemmeno dentro casa.
E dopo averlo trascinato dalla cantina e messo fuori per poterlo montare, hanno detto i bambocci di non farlo assolutamente senza di loro, ma intanto sono tutti rinchiusi nelle loro stanze e di palle e luci non se ne parla proprio.
Dunque vi dico già come andrà a finire; tra qualche giorno, dopo essermi stancata di vederlo buttato , dopo che il gatto batman, aka fufetto, ci avrà dormito per ore e ore, mi deciderò io a montarlo e a decorarlo, per poi essere criticata sulle decorazioni, sulle luci e sulla sistemazione, tanto da farmi venir voglia di smontarlo nuovamente, se non fosse che è troppo faticoso anche smontarlo, senza parlare della finta neve che avrà sparpagliato ovunque pallini bianchi che sembrano attaccarsi a terra che nemmeno l’attack e dei glitter che ritroverò in ogni dove anche dopo il sei gennaio.
Insomma, romanticismo da decorazione vieni a me che non ce la posso fare!
Sono certa che anche tigro, il mio gatto rosso che in quanto a monellaggine non è secondo a nessuno in questa casa, ci metterà del suo; e quindi, spirito del natale vieni a me, dammi la forza per affrontare tutto questo e la voglia di poterlo fare senza uccidere nessuno e soprattutto la pazienza di sopportare i litigi che inevitabilmente si scateneranno nel mentre scartiamo SOLO gli scatoli delle decorazioni.
Il mio albero per tradizione non segue nessuna moda e contrariamente a quanto si possa credere, nonostante il mio amore per le cose, le uniche cose che non mi piacciono, sono proprio le decorazioni di natale.
Ogni volta che entro in un negozio , carico di allestimenti di ogni tipo, sento un senso di ansia e oppressione che mi assale e più le guardo queste decorazioni e più penso che non me ne piace nessuna.
e quindi da molti anni ormai, abolite le palline che non so perchè, ma non mi piacciono mai, i fiori che trovo tristi anche se pieni di glitter (anzi sono forse i glitter che probabilmente li rendono ancora più brutti), le farfalle variopinte, le decorazioni a forma di cupcakes e fette di torta, i capelli d’angelo che facevano tanto glam negli anni ’80, rimangono gli gnomi che fra poco festeggeranno la maggiore età, i biglietti di natale scritti dai i miei ragazzi quando erano piccoli e dei cucchiaini con degli elfi inquietanti dipinti sopra che non so durante quale trip mentale mi è venuto di comprare e come sia stato possibile averli ancora in mio possesso.
🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄🙄
Insomma, decisamente vecchio e triste.
😆😆😆😆😆😆😆😆😆😆😆😆😆
ma quando lo montiamo, nonostante i commenti acidi del tipo questo l’hai comprato nel secolo scorso e questo è proprio brutto non mi piace, c’era ancora la locomotiva a vapore quando producevano queste cose, nonostante ogni anno riduciamo le decorazioni perchè non piacciono ad uno o all’altro, riusciamo a portare un risultato quasi decente ripromettendoci che il prossimo anno lo faremo meglio, diverso, più bello.
Ma il senso in se, non è caratterizzato dalle cose che mettiamo su, ma dal momento stesso di lavorarci tutti insieme, tra battute, risate, sarcasmo e litigi.
A capo di tutto rimane sempre cerbero, giudice supremo dell’alta corte che critica ogni cosa possibile e concedendoci di continuare soltanto perchè rimarrebbe davvero vuoto se volessimo dar ascolto a tutte le sue critiche.
E mentre uno sistema da un lato, lei critica dall’altro iniziando così una faida lunghissima che si spegne quando entrambi si scocciano e il lavoro da completare spetta a qualcun altro; che poi quel qualcun altro sono sempre io manco a dirlo e tutte le volte mi viene da dire che se devo soffrire, è meglio soffrire da sola, senza tutte queste storie e amen.
momento family sì, ma se proprio deve essere stressante anche no.
Non parliamo di quando si faceva il presepe.
Anche li, direttore dei lavori cerbero, attenta a costruire la location e guai se non si ascoltavano le sue direttive: pena intervento della sovrintendenza, sigilli al presepe e al povero Gesù bambino non restava che nascere in una scatola, sperando che fufetto non la scorgesse e che quindi di diritto ci andasse a dormire lui.
Io non lo so se voi avete il complito facilitato, magari la complicata sono io, ma non posso credere che sono l’unica sulla faccia della terra i cui figli litigano anche solo guardandosi accidentalmente.
Proprio in pieno mood di natalizio, cose da Carol of the bells ed alleluja alleluja.
Albero a parte, il Natale è veramente impegnativo e in mezzo a questi giorni fatti di cene, aperitivi, pranzi, tombole, recite, saggi, decantazioni, presentazioni, incontri di amici vicini, lontani, che partono e a che volte ritornano anche , si può avere un vero e proprio un burn out delle festività e dell’umanità in generale e ritrovarsi a sperare in un sei gennaio salvatore o in alternativa, accingete più volte al prosecco quando ve lo offrono, anche più di un giro possibilmente e forse, ce la potete (possiamo ) fare.
Di certo , diciamolo, se non ci fosse tutto questo, probabilmente ne sentirei la mancanza, perchè checchè se ne dica, alla fine mi piace sempre incasinarmi e come ci riesco io nessuno!
😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁
Protagonisti in questo periodo biscotti e pasticcini, pandori , panettoni e preparazioni gastronomiche di ogni tipo che molte andranno nei pacchetti regalo ad amici stretti e parenti che se lo meritano.
Ah si, l’ho detto. scusate , ma sempre qualcuno doveva dirvela questa verità.
oggi è tornato finalmente di moda l’apprezzare i pacchetti regalo home made, quelli fatti con il cuore e che valgono veramente moltissimo.
C’è stato un tempo che quando regalavi qualcosa prodotto personalmente , le persone ti guardavano storto, come se fosse un qualcosa senza valore, oggi fortunatamente non è così, anche perchè sia chiaro, preparare qualcosa con le proprie mani, esperte o meno, con tempo da perdere o super affaccendate significa che quella persona VI HA PENSATO, HA TROVATO DEL TEMPO PER PREPARARLA E SOPRATTUTTO SI è DEDICATA A FARLA, togliendo tempo magari al divano, alla serie televisiva preferita, alla palestra , ai figli o a qualsiasi altra cosa che non sia un dovere svolgere e che occupa una buona e sostanziale parte del tempo rimasto a disposizione.
Pertanto il cestino con i fichi al cioccolato, il limoncello, il centrino della nonna, i biscotti antichi, i panettoni che tra l’altro richiedono una dedizione che va oltre qualsiasi cosa plausibile, le pastefrolle fatte in casa, confezionate e decorate con amorevoli cure, oggi rappresentano il più grande esempio di generosità e di tempo-speso-per-qualcuno ed hanno in se un valore inestimabile; il tempo.
Il tempo speso per tutto questo è già di per se un regalo.
E’ il pensiero che conta e oggi , già avere il pensiero , CONTA DAVVERO PIU’ DI TUTTO.
Il regalo in sè, anche il più costoso di questo mondo, ha poco valore se dietro non c’è il cuore.
Nel corso del mio tempo dedicato alla pasticceria casalinga, da quando ho iniziato per scommessa tanti anni fa, quella dei pensieri dolci a Natale è iniziata come una cosa da due tre pacchetti ed è finita con una quantità di biscotti di ogni tipo che a volte mi faccio paura da sola.
Ci sono i classici senza tempo come occhio di bue, frollini, ciambelline cilentane , struffoli e scorze d’arancia e a questi poi si aggiungono mostaccioli, baci di dama, madeleine .
Quest’anno ho aggiunto alla lista dei biscotti da regalare, due new entry e una di queste è il biscottone bicolore.
Un classico biscotto da colazione, super inzupposo, che penso possa essere altamente gradito.
La ricetta originale appartiene alla simpatica Marika alias <breakfast & coffee> è una ricetta della sua famiglia e che io h seguito alla lettera, l’unica differenza è l’aggiunta della buccia di limone e di arancia grattugiata, in quanto il limone lo metto davvero dappertutto e mi sembrava veramente assurdo non infilarcelo anche qua.
L’aspetto dei biscotti è proprio così, casereccio e la loro consistenza è morbida, infatti non hanno bisogno di una doppia cottura come i cantucci, anche se vi dico già , che io un secondo passaggio l’ho fatto, breve ma l’ho fatto.
Li ho trovati veramente deliziosi e fantastici all’inzuppo , anche nel caffè, visto che non bevo altro!
Erano circa cinque sei anni che li volevo provare e la tenevo in lista nelle cose da fare e come sempre, grazie alla celerità che mi contraddistingue, sono riuscita finalmente a provarla, mangiarla e a replicarla nuovamente per aggiungerla ai pacchetti di natale.
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Nel giorno di santa Lucia, già da alcuni anni, come omaggio alla Santa della Luce e nel giorno più corto dell’anno e se proprio volete saperlo ( vi vedo che state morendo dalla voglia 😂😂😂😂 ) trovo sia uno dei giorni più romantici e magici dell’anno., in questo giorno sono solita pubblicare una ricetta di biscotti.
quest’anno tocca ai biscottoni bicolori, spero che possano affascinarvi nella loro semplicità così come hanno conquistato me.
Che la luce sia con voi e che possa sempre illuminarvi , anche nelle scelte terribili, che poi lo scoprite dopo che sono terribili, come indossare quei maglioni natalizi che pensavate fossero irresistibili e poi ci riguardiamo e oh meu deu, ma cosa indossavo 🙄🙄🙄🙄🙄🙄
Vi lascio dunque la ricetta e sperando che possa essere una fonte di ispirazione ⭐⭐⭐⭐⭐ e di Luce per tutti voi.
Enjoy life 🎈
biscottone bicolore
per circa 30 biscotti:
500 gr di farina
250 gr di zucchero
3 uova intere
1/2 bicchiere di olio d’oliva
la buccia grattugiata di mezzo limone
la buccia di mezza arancia
20 gr di ammoniaca
30 ml di latte
20 gr di cacao
procedimento :
Su una spianatoia disponete la farina a fontana insieme allo zucchero e poi formate una conca al centro, una alcova accogliente per le uova, l’olio e gli aromi.
Aiutandovi con una forchetta iniziate ad impastare la farina con le uova e aggiungete in ultimo l’ammoniaca disciolta in poco latte.
Continuate nell’amalgamare tutti insieme gli ingredienti e quando si stanno amalgamando insieme , lasciate la forchetta e utilizzate le mani per impastare il tutto energicamente.
Quando sarà bello liscio ed omogeneo, dividete l’impasto in due parti uguali e ad una aggiungete il cacao.
fate assorbire ben bene il cacao.
Coprite con un cannovaccio i due impasti e lasciate riposare una decina di minuti.
Spolverate la spianatoia con poca farina e dividete ogni impasto in tre parti.
Allunghiamo la parte bianca attenendo un filoncino abbastanza regolare e facciamo lo stesso con la parte al cacao.
Adesso uniamo i due impasti e anche se non sono perfettamente regolari .
Appiattiamo leggermente i filoncini ottenuti e posizioniamoli su una leccarda ricoperta di carta forno.
Cuocere in forno preriscaldato a 190 ° ventilato per circa 20-25 minuti o fino a doratura.
Una volta pronti, tirateli fuori dal forno e tagliateli in diagonale un paio di centimetri ogni biscotto e riposizioniamo in teglia e facciamo asciugare per altri dieci minuti a 190° ventilato.
Tirate i biscotti fuori dal forno, fateli raffreddare completamente e conservateli in una scatola di latta.
Nella mia versione, ho optato per una seconda cottura di pochi minuti per dare al biscotto una consistenza più friabile, ma nella ricetta originale questo passaggio non c’è.
La mia è stata una scelta di conservabilità.
A voi la scelta, potete saltare il passaggio di asciugatura ; è importante che li facciate raffreddare completamente prima di riporli nella scatola di latta, per evitare che il vapore della cottura non li inumidisca.
Si conservano , ben rinchiusi, per due settimane, ma non durano assolutamente tutto questo tempo!
Grazie per aver letto fin qui e se vi è piaciuta questa ricetta, se vi è piaciuto il mio lavoro in generale, lasciate un ❤.Grazie e alla prossima ricetta 😉