“durante un processo creativo ho bisogno di fissare le idee con carta e penna. sebbene mi piaccia la tecnologia, ancora non riesco a rinunciare ai disegni, alla bella grafia ( che a volte sono scarabocchi) alle idee che si fissano con una linea : NERO SU BIANCO.
Dove scrivete le ricette, quando le state creando?
dove appuntate le modifiche, gli ingredienti, i passaggi?
io utilizzo delle agende, in genere con fogli bianchi per poter appuntare il tutto.
da quando ho iniziato, ne ho fatti una ventina, e su ogni libretto , non ci sono solo ricette, ma anche disegni, poesie, testi di canzoni, appunti di tutt’altro.
essendo che sono sempre in giro, sono la prima cosa su cui scrivere la qualunque 🙂 🙂
quindi, numeri di telefono, codici fiscali, pin di account ormai inesistenti e cancellati negli anni!
su questi quadernetti, scelti ogni volta innamorandosi della copertina oppure perchè ti sembra figo avere un’agenda figa per scriverci le tue cose, vengono appuntati tutti i processi della cucina, ma raccolgono , soprattutto, momenti.
momenti di ogni tipo; rabbia ,tristezza, delusione.ma anche scazzo, felicità, curiosità. massime e frasi raccolte qui e là, bozze di progetti di torte, tavoli, allestimenti.
ma anche cose serie, come appuntamenti , pagamenti, orari.
inevitabilmente passa attraverso gli angoli o le pagine di questi quaderni, rimanendo fisso per sempre. anche perchè è impensabile che io butti qualcosa in generale, figuriamoci uno dei miei quadernetti !!!
Anyway
diciamo che molto ho trascritto, soprattutto agli albori di internet.
quando mi affacciavo a questo mondo e né Facebook né instagram o pinterest esistevano, trascrivevo su enormi fogli organizer che avevo sulla scrivania al lavoro.
Molti di quei fogli li tengo ancora conservati; piegati nelle agende di cucina, con su scritto a fianco la provenienza della ricetta e la sua riuscita.
su molte c’è scritto ok e quindi di conseguenza sono diventate parte integrante del ricettario altre invece, riportano addirittura il motivo della non riuscita.
quanto lavoro e quanto impegno!
Se avessi impiegato tutto questo tempo a pulire la casa, come mi dice spesso l’altro abitante della casa
a quest’ora avrei :
10chili in meno
una casa splendente che la vedrebbero dallo spazio
un omicidio sulle spalle 🙂 🙂 🙂 🙂
ma dico, che senso ha risplendere nello spazio, se poi no si ci gode quello che si ha?
così tra un mugugno e l’altro, fingendo di accettare il caos , soprattutto quando sono all’opera, ma si capisce chiaramente che ha venti di buriana sulla testa,
io faccio finta di non vedere i lampi e i tuoni minacciosi e vado avanti;
-la mia strada, se vi affacciate, potete capire facilmente qual è:
è quella lastricata di pentole e piatti da lavare, soprattutto in fase di produzione pesante 🙂 🙂 🙂 🙂
ma per realizzare questi bun , che sono il classico delle preparazioni lievitate, vi prometto che non sporcherete molto!
inoltre , sbirciando qui e la, ho acquisito un trucchetto per non farli spanciare in cottura che li rende perfetti proprio come quelli che acquistate.
io , ovviamente non li compro quasi più (il quasi sta per quando finiscono e ancora non ho impastato again 🙂 🙂 🙂 )
ma basta parlare, adesso vi lascio la ricetta!
bun classici con impasto al latte :
800 gr di farina
{400 semola rimacinata -300 farina manitoba-100 gr 0}
12 gr lievito di birra fresco
300 ml latte tiepido
100 ml acqua tiepida
15 gr di miele o in sostituzione 10 gr di zucchero
50 ml olio di oliva
15 gr sale
olio e acqua per lucidare la superficie
semi di sesamo o qualsiasi altro semino vi piaccia.
preparazione
miscelare insieme nella boule della planetaria le farine .
sciogliere il lievito nel latte insieme con il miele. iniziare a impastare con il gancio ad uncino versando il liquido man mano.
{non finirò mai di dire che ogni farina ha una capacità di assorbimento dei liquidi, quindi potrebbe occorrervi ulteriore liquido o magari ve ne potrà servire meno}
quando l’impasto inizia ad incordare, aggiungere l’olio di oliva ed in ultimo il sale.
far incordare l’impasto , quando si staccherà dalle pareti , potete spegnere la planetaria e togliere la pasta.
lavorarla leggermente , pirlare l’impasto e porre a lievitare in una boule leggermente oliata.
far lievitare fino al raddoppio.
nel frattempo , ricavare 15 strisce dal rotolo di alluminio (quello da cucina ) e ripiegare su se stesso ogni striscia fio ad un massimo di 5 cm di altezza, unire le estremità per formare un cerchio; non fissate le stremità, lo farete dopo aver formato le pallette di pasta.
quando l’impasto sarà pronto, rivoltatelo su di un piano di lavoro e ricavatene all’incirca 15 pezzi da 90 gr ognuno
stendete ogni pezzo di pasta, poi ripiegate le estremità verso il centro, unite i “cucendo” la pasta verso il basso ed infine fatela roteare sotto il palmo della mano . pirlate ogni pallina e mettetela distanziate su una teglia rivestita di carta forno.
adesso , adagiate delicatamente gli anelli di alluminio intorno le pallette , cercando di lasciare all’incirca 1,5 cm di spazio tra la pasta e il cerchio.
porre a lievitare nuovamente.
quando saranno raddoppiati (circa 30 minuti) lucidare con un’emulsione di acqua e olio e cospargere di semini.
cuocere a 190° forno statico fino a doratura.
Ovviamente potete farcirli a vostro piacimento, io in genere non faccio mai in tempo a fotografare anche la mise en place 🙂 🙂 🙂 🙂 è impossibile , usualmente fanno fuori anche me 😉
io li congelo da cotti , chiusi dentro le buste ermetiche e li metto fuori all’occorrenza.
se rifate la mia ricetta, sarebbe bello vedere anche come li farcite!
intanto, grazie per aver letto fin qui e se rifate una mia ricetta taggatemi su instagram o postatela qui nei commenti, sarò felice di ricondividerla!
Buon Appetito 😉
2 commenti
Tanto auguri per il tuo blog ❤️❤️❤️
GRAZIE MILLE MISTER K!