diciamolo subito, qua non s’è inventato nulla e quando l’è uscito fuori che zarotti voleva un mio primo piatto, con l’ausilio della colatura di alici, la verità, mi è venuta in mente subito lei.
Chiaramente mancava la mia versione nella moltitudine di versioni esistenti urbi et orbi, con titoli altisonanti quali
La vera nerano, la verissima nerano, la nerano più autentica di quella che fanno a nerano , la nerano perfetta, la nerano perfetta in meno di tre passagi ecc.ecc.
ellosò
che ne sentivate tutti l’estremo bisogno di avere la mia versione fighissima, non dormivate la notte, vi ho visto accalcati qui, sulle porte di questo blog a chiedere
ma chissà quanto la tere ci prepara una bella nerano?
E DICIAMOLO FORTE
che questa non le è la versione originale e come tutte le cose famosissime come l’amatriciana, la pizza, la pastiera e chennesò il tiramisù e il pan di spagna, siamo tutti detentori della ricetta originalissima, tramandata direttamente dall’inventore del piatto stesso, che per sua stessa mano, ha lasciato la ricetta scrivendole sulle tavole come i dieci comandamenti.
Vi dico già che ha superato l’esame rigidissimo della mater familia che mentre la preparavo mi seguiva anche se ha disapprovato la scelta dello spaghetto, sappiatelo (ah queste madri mai soddisfatte 😐)
😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
perchè non so voi, ma io sono da spaghettone, trafilato al bronzo con almeno duemila minuti di cottura
😅😅😅😅😅😅😅😅
di quelli che devi mettere a bollire l’acqua non appena ti alzi al mattino, altrimenti per pranzo non è pronto
😄😄😄😄😄😄😄😄😄
non starò qui ad elencarvi le aziende che soddisfano questo requisito , ce ne sono di molto valide e non vi nascondo che le mie preferite sono garofalo, rummo, di martino, liguori, voiello.
mia madre invece predilige gli spaghettini, che solo che li guardo sono già cotti e se normalmente ne ho qualche pacco a prova di bamboccino (e di madre) come un pronto soccorso fame visto che cuociono in meno di 5 minuti e per testare la cottura in forno (la cosidetta prova stecchino 😂), non sono il mio formato di spaghetto preferito, men che meno nella preparazione di questo piatto.
perchè quando il piatto è povero di ingredienti , questi devono essere di primissima qualità ma anche di una certa consistenza, mantenere una lunga cottura e conseguente rilascio dell’amido, altrimenti scordatevi la famosa “cremina”.
certamente non è che per farla dobbiamo prendere le zucchine coltivate dal dalai lama , casomai le coltivasse o per forza lo spaghetto fatto con la farina pestata dal mugnaio e l’asinello, ma sicuramente date importanza a queste piccole cose, perchè ripeto, la qualità degli ingrendienti svolta tutta la ricetta.
tornando alla nerano , che nasce nell’omonimo paese di Nerano nella penisola sorrentina e che dalla sua invenzione è diventato un must della cucina partenopea insieme al babà, la pizza, i fiocchi di neve di poppella e tutta la gastronomia napoletana in generale; anche se il paese in questione si trova più sul golfo di salerno che quello di napoli ma non stiamo qui certo a quisquigliaare sulla provenienza!
Si racconta che questo principe bell’imbusto, nelle sue scorribande tra capri e il golfo, scegliesse spesso di fermarsi alla locanda di Mariagrazia conosciutissima per la sua eccellente cucina.
E così, come tutte le cose buonissime e un pò arrabattate all’ultimo minuto, ma che chissà perchè e chissà per come escono sempre robe straordinarie, la mariagrazia in persona aiutò questo principe a preparare un piatto per i suoi amici.
creando con pochi semplici ingredienti un capolavoro.
Perchè la vita è una combinazione di pasta e magia riferiva fellini e se voi non l’avete mai assaggiata questa magia allora non perdete tempo, non rinunciate a questo piacere !
l’utilizzo della colatura di alici di cetara zarotti in una ricetta classica come questa, rappresenta quel tocco in più, quel completamento della quale non sapevate di averne bisogno e che dopo diventerà essenziale.
ai più, a quelli che magari non ne hanno contezza e conoscenza non storcete il naso, non vi fate fuorviare dall’idea che chissà cosa possa essere; parliamo della storia più antica della conservazione del pesce, quella che gli “antichi ” hanno tramandato per secoli e millenni, portando fino a noi una tradizione di conservazione millenaria .
e ve lo dico io, che fino a qualche decennio fa non l’avrei nemmeno nominata , come l’innominato per azzeccagarbugli e che nell’ultima decade della mia vita ha preso posto tutta la gastronomia territoriale come se fossi rinata , camminando lungo il percorso dell’autenticità territoriale.
una cosa che la sento radicata nel mio cuore, preziosa come la conoscenza ma che va oltre la semplice passione.
E’ l’amore per la propria terra.
e se non credete a me che in ordine di apparenza sono veramente l’ultima “cucchiara” dei foodblogger, sappiate che si è scomodato addirittura plinio il vecchio.
Io lo chiamo distillato delle alici, ne bastano poche gocce per esaltare i piatti, è il diretto discendente del garum romano, la salsa onnipresente in tutte le pietanze dei latini, ma ovviamente non è la stessa cosa.
La colatura di alici è un distillato ambrato che sa di mare, tradizione e poesia .
E se mia nonna Emma, nel ragù dei tre giorni, quello messo a pippiare lento lento, talmente lento che te lo scordavi, metteva l’alice salata come base del ragù , altrimenti non sapeva di niente così si può usare la colatura di alici, rigorosamente a freddo come esaltatore, insaporitore e catalizzatore di sapori.
Perché in fondo nella semplicità si racchiude tutta l’essenza della vita.
ed è inutile che vi dica che le cose semplici sono in assoluto le più buone.
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La nerano chiaramente non ha colatura di alici nella sua versione originale, ma volendo fare l’immodesta al cento per cento, non potevo certo farla uguale alle migliaia di imitazioni che esistono sul web!
Sappiate che la sua semplicità è disarmante ma ci sono quei tre passaggi della mantecatura che vanno seguiti quasi in maniera religiosa e avrete un piatto da leccarsi i baffi e anche il piatto se siete da soli in casa e non vi guarda nessuno!
ovviamente il top del top sarebbe mangiarla direttamente dalla padella è superfluo dirvi che ci vuole un vino campano freddo
scegliete voi, io suggerisco un fiano di almeno un paio d’anni e sto!
😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
il protagonista di questo piatto è la colatura di alici dell’azienda zarotti .Come da tradizione, realizza la coltura esattamente come è stata inventata .
Ma adesso è il momento di lasciarvi la ricetta, siete qui per la nerano della tere
😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
e nerano della tere sia!
n.b.1
voglio solo dirvi che Cerbero che l’ha mangiata a chez black a positano, mi ha dato un bel dieci !! ah core de mamma ❤
n.b.2
la ricetta porta in originale la mantecatura con una caciocavallo tipico della penisola sorrentina, in tempi moderni si utilizza il provolone del monaco, sempre campano di produzione dop
ma potete utilizzare lo stesso pecorino e parmigiano insieme come ho fatto io , vi garantisco che lo spirito della sua inventrice non vi perseguiterà .
😆😆😆😆😆😆😆😆
intanto vi ringrazio per aver letto questo fiume di parole, intersecato tra storia e tradizione e vi lascio la ricetta!
grazie per aver letto fin qui!
la nerano della tere
adv zarotti
ingredienti:
2 zucchine
olio di oliva per friggere
1 spicchio d’aglio
200 gr di spaghettoni trafilati al bronzo garofalo
4 cucchiai abbondanti di pecorino e parmigiano insieme
basilico
2 cucchiai generosi di colatura di alici zarotti
pepe q.b
sale grosso 1 manciata
20 gr burro
preparazione
innanzitutto riempite una pentola con l’acqua per la pasta e mettete sul fuoco.
con una mandolina affettate le due zucchine sottilmente e riscaldate l’olio d’oliva con lo spicchio di aglio.
quando l’olio è caldo non bollente versateci le zucchine e cuocete fino a che diventano belle dorate croccanti.
quando l’acqua bolle, salate con il sale grosso e calate gli spaghetti senza spezzarli (sacrilegio!)
con una schiumarola raccogliete una parte delle zucchine e lasciatele da parte in un piatto.
Togliete l’aglio dall’olio e quando gli spaghetti sono a metà cottura versateli nell’olio aiutandovi con una pinza.
coprite con acqua di cottura e proseguite la cottura in padella.
spadellate per far rilasciare l’amido, aggiungere altra acqua di cottura se occorre.
aggiungere il mix di formaggi e spadellare ulteriormente.
aggiungere il basilico (conservando qualche fogliolina per l’impiattamento ) regolare di pepe,, amalgamare il tutto e spegnere il fuoco.
Lasciar riposare la pasta per alcuni minuti.
in questa fase c’è il rilascio dell’amido .
Aggiungere il burro e mantecare ulteriormente.
A questo punto aggiungere la colatura di alici zarotti, mantecare per bene ed impiattare.
aggiungere al piatto le zucchine messe da parte e poche foglioline di basilico.
La nerano della tere è pronta!
Sono certa che vi conquisterà!
Grazie e alla prossima ricetta ❤
enjoy life 🎈
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lacasadizuccheroelavanda
se vi è piaciuta questa ricetta lasciate un cuoricino e se avete dubbi non esitate a chiedere!