linzer crostata e l’insostenibile (non) leggerezza della frolla
Burro si o burro no, questo è il dilemma ; in quest’epoca di lotta assidua contro i grassi, di qualunque tipo aggiungerei, l’unica cosa che ha rilevanza assoluta è no al burro e si valsoia.
Ora non sto qui ad elencare il numero esatto di volte che mi viene chiesto -ma ancora usi il burro- ma vi lascio un piccolo elenco di tutti i suggerimenti che ricevo :
-ma lo sai che è grasso?- conosci le proprietà del burro di girasole, cocco, barbabietola? hai mai usato lo yogurt nei tuoi impasti?
-Lo sai che se togli il burro dalle tue preparazioni puoi ridurre il colesterolo e di conseguenza il rischio di infarti?
-Ma se usi un alternativa sana lo sai che i dolci vengono buoni lo stesso?
-Chi usa il burro dovrebbe essere messo al bando , lo sai?
-E’ per questo che non dimagrisci, usi tutto quel burro!
-i tuoi figli non ti dicono niente?
-Potresti statisticamente vivere 10 ANNI di più se elimini i grassi dalla tua vita.
Premesso che sono una persona civile ed educata e non mi metto a discutere di cosa che francamente non m’interessano, la risposta a tutto questo potrebbe essere ma chi te l’ha chiesto o mantenendo un certo fairplay preferisco non rispondere e se proprio devo rispondere , la mia risposta è sempre la stessa :
LO SO , BLA BLA BLA, NE SONO A CONOSCENZA BLA ,BLA, BLA, SE PROPRIO DEVO MORIRE, VOGLIO MORIRE ROSOLANDO E ROTOLANDO.
In genere funziona, mette a tacere certe persone insidiose e io proseguo tranquilla la mia esistenza.
Ma dico,
Se avessi voluto fare un dolce senza burro, secondo la vostra idea, non l’avrei fatto?
Secondo la vostra idea non ho contezza delle millantate alternative che ci sono? e sempre secondo voi, avendone conoscenza e non facendone uso, potrebbe essere che non ne sono interessata?
Perchè il fulcro di tutta questa storia non è leggere la ricetta e provare a replicarla, il fulcro di tutto questo è criticare la ricetta e cambiare il modo in cui è fatta, perchè secondo pinco e panco, col burro non è il modo giusto, il burro oggi è come il nemico del mondo, oltre al reato di apologia del nazismo, possiamo aggiungere reato per apologia del burro.
Mah.
Secondo me dobbiamo tutti fare un reset.
Respiro bello profondo, un paio di ooommmmm preparatori e via.
Le alternative, lo sapete, sono molteplici.
il burro senza lattosio, lo strutto, la margarina, l’olio di oliva, l’olio di semi ,l’olio di cocco, l’olio di semi di lino, l’olio di palma, l’olio di carcamo e l’olio di motore di un truck sovietico abbandonato da dieci anni nella steppa.
Potete usare i grassi idrogenati delle industrie alimentari, gli addensanti chimici o togliersi finalmente il problema di torno e comprarli già fatti, così, li spacchettate belli e ciao e sto e vattelapesca l’ho fatto in casa! non so se hanno messo appunto anche il grasso di foca o di balena a scopo alimentare, ma tutto può essere in questo mondo .
Ma attenzione, tutto questo non ha lo scopo di criticare cosa usate nè perchè lo state usando, non sono io il DEMONE che vi dirà di non farlo o vi metterà sulla croce perchè ne fate utilizzo; ognuno di noi sa quello che sta facendo ed ha la responsabilità delle sue azioni, senza però credere che quella sia una delle leggi scritte sul monte, insomma, non è detto che sia la LEGGE CHE DEBBANO SEGUIRE TUTTI.
non so se mi sono spiegata.
Insomma se nessuno vi dice niente che uscite con le ciabattine di pelo e i boxer da palestra, se portate l’eyeliner sette spanne più ampio di amy whinehouse (riposi in pace pora stella) se indossate il pigiama come status symbols della libertà ,spacciandolo per la comoda tuta da casa (da casa vi dice niente?)
perchè mai dovreste dire ad un altro NON DEVI USARE IL BURRO solo perchè tra tutte le pippe epocali che vi fate, quella del burro è la più semplice, facile attaccarsi a queste cosucce quando dovremmo piuttosto preoccuparci di cose ben più serie, come ad esempio chi spezza gli spaghetti 😂😂😂😂😂
Mia nonna ha usato lo strutto tutta la vita, che il burro era una cosa costosa e inaccessibile e se qualcuno le diceva che lo strutto le faceva venire l’infarto ti picchiava con la cucchiarella .
La madre di una mia amica fa la pasta con i legumi, , piselli, fagioli, fave, ceci, cannellini con un pezzo di lardo, cotenna, grasso, piedino o qualsiasi altra cosa sia un grasso del maiale.
Rigorosamente mai senza.
Sapeste il sapore di queste paste, idilliache, robe da far girar la testa e quando ho scoperto come mai le sue erano incredibilmente fantastiche e le mie (e non parliamo di quelle delle mia mamma) semplici e scialbe come una sciarpetta di nylon , ho avuto chiaro in mente il mio obiettivo: fare le cose buone, non perchè l’ho sentito dire, non perchè devo fare la super, ma perchè abbiamo bisogno di cose buone, che siano fatte bene , che sappiano di buono, di casa e non ti cartone , insipidi e insapori come il polistirolo; e lungi da me l’insegnarvi come si cucina, non sono una maestra , ma lasciatemi dire una cosa, se il burro è considerato il principe dei grassi, chi sono io per discuterne le proprietà?
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Cambiare l’ordine degli ingredienti, preparare questa cosa piuttosto che quella , inventare, trasformare, sono tutte pratiche lecite , l’errore è cambiare radicalmente , senza bilanciare e pretendere poi che queste vengano, uguali, perfette e senza sacrificio di prove ripetute; ultimo e non ultimo , la qualità stessa degli ingredienti fa la differenza; non parliamo necessariamente di burro di malga da pastorizia di alta montagna, erbette fresche e acqua di sorgente, non si parla di uovo fresco ancora nemmeno partorito dalla gallina, ma la qualità prima degli ingredienti fa nettamente la differenza.
se non si ha la pretesa di diventare un cuoco di baldacchino, non credo sia necessario , per riuscire, di nascere con una casseruola in capo; basta la passione, molta attenzione e l’avvezzarsi precisi: poi scegliete sempre per materia prima roba della più fine,chè questa vi farà figurare.
Pellegrino artusi
l’ha detto l’Artusi e l’ha detto cento anni fa.
Ovviamente ci sono migliaia di eccezioni che devono per forza diversificare certi usi altrimenti si sta male e fin qui non ci piove, quindi allergie, intolleranze, colon irritabile, sindromi varie di ogni tipo, che rendono impossibile utilizzare quel tipo di ingrediente e quindi via di sostituzioni, ma se non c’è scritto su questo blog fit, lactose free, gluten free, vegan, vegetarian , keto e non ho idea di quante altre etichette ho dimenticato, pensate forse che attaccandomi sul burro ( eh ma lo usi ancora?) o sullo zucchero (ehhh ma sei superata, non si usa più) pensiate davvero che da domani inizierò un regime dairy free solo perchè sono superata obsoleta e antiquata?
Anche mia mamma non ama il sushi e forse per questo ho smesso di mangiarlo?
No, pertanto concentratevi sull’aspetto aulico della cosa, casomai dovessero esserci ingredienti che non vi garbano, piuttosto che ammorbare con filosofie spicciole operate voi le sostituzioni, alleggeritevi, che in fondo in queste “cucine” siamo solo di passaggio.
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la torta linzer
la torta linzer è una crostata austriaca ed oltre ad essere stupefacente nel gusto è probabilmente il dolce “trascritto, più antico del mondo”, nel senso che è stata la prima ricetta tramandata in maniera scripta manent; risale più o meno al 1653, in un periodo di ricette ancora tramandate verbalmente, per arrivare alla conoscenza di tutti , al di fuori dei confini austriaci nel 1823.
Originaria di Linz, una cittadina dell’alta ansalzia, da cui prende il nome, la Linzer è diffusa in tutti i paesi del nord est europeo, e la ricetta originale prevede il grano saraceno tra le farine e una percentuale di frutta secca (nel caso della ricetta originale nocciole tostate) nell’impasto. Il guscio trattiene una confettura acidula e coperta da un reticolo di frolla .
La versione giunta fino a noi è di Johann konrad Vogel, che trasferitosi a Linz, iniziò la produzione di massa e la divulgazione a livello “mondiale” avvenne invece grazie a Franz Hölzlhuber , un viaggiatore austriaco che intorno la metà dell’ottocento attraversò l’oceano e la linzer torte arrivò nelle Americhe (fonte web)
Insomma, come tutti i dolci tradizionali, la linzer torte ha subìto molteplici variazioni, mantenendo sempre alcune delle caratteristiche peculiari , come ad esempio la frutta secca, la confettura acidula e il burro.
manteniamo quindi queste peculiarità oggettive ma nulla toglie che se la volete fare con l’olio o la margarina siete liberissimi di farla.
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Delatori a parte, questa Linzer torte l’ho preparata per il compleanno della mia mamma che ha chiesto un dolce semplice che non avesse creme e soprattutto cioccolato!
Lascio stare questa cosa che non gradisce il cioccolato ( non so come sia possibile) ed ho pensato di confezionarle una bella crostata che fosse ricca ma senza essere troppo opulenta e stucchevole.
Ho fatto felice la mia mamma e conquistato anche certi palati difficili 😊
Se amate i dolci rustici e consistenti, non potete non provare questa crostata, sono certa vi conquisterà.
Vi lascio la ricetta , ma prima vi chiedo, quanto siete rilassati con le ricette?
Vi leggo nei commenti
enjoy life 🎈
linzer torte
ingredienti:
160 gr di nocciole tostate o in alternativa mandorle con la pelle tostate
340 gr di farina di tipo 1
130 gr di burro
2 uova
150 gr di zucchero
1 cucchiaino raso di cannella
1 cucchiaino raso di vaniglia
1/2 punta di cucchiaio di chiodi di garofano
1 pz di sale
1/2 punta di cucchiaino di lievito per dolci
confettura di ribes, frutti di bosco o prugne per completare
zucchero a velo di finitura
procedimento:
tostare la frutta secca in una padella antiaderente mescolando continuamente per non farla bruciare
Tritare la frutta secca una volta raffreddata in un mixer insieme a 50 gr di zucchero.
Nella boule della planetaria inserire la farina, lo zucchero e gli aromi; aggiungere il trito di frutta secca e iniziare a lavorare.
Aggiungere il burro freddo ed impastare.
Aggiungere le uova, il lievito e il sale e continuare ad impastare finchè tutti gli ingredienti sono ben amalgamati.
Ungere ed infarinare uno stampo da crostata da 25 cm di diametro .
Tirare la pasta su di un piano infarinato non troppo sottile e foderare lo stampo della crostata allungandosi sui bordi .
Bucherellare il fondo della crostata con i rebbi di una forchetta e distribuire la confettura scelta su tutta la superficie della crostata La scelta della confettura è importante, infatti confetture come frutti di bosco, ribes o prugne vanno a contrastare con la loro acidità la dolcezza del guscio.
Con la pasta rimanente formate dei rotoloni non troppo spessi e formate il reticolato sulla crostata .
Infornate in forno statico a 180 ° per circa 35 minuti.
Quando la crostata è pronta farla raffreddare, trasferirla su di un piatto da portata e spolverare di zucchero a velo!
La vostra crostata linzer è pronta per essere gustata!
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Alla prossima ricetta 😉