questa storia del plumcake che continuiamo a chiamare plumcake ma che in realtà è un loaf cake , ha origine, come sempre in clamorosissimo errore di traduzione dall’inglese all’italiano che però, visto che non era una parolaccia , è diventato di uso comune nel lessico gastronomico definire questo mattoncino soffice e goloso come plumcake (la pronuncia tra l’altro non è plumcake ma plamcake ) nonostante non ci fosse all’interno nessuna presenza di prugne (plum in inglese è prugna) .
‘A ‘sta torta gli abbiamo fatto venire i complessi di identità, che si guarda allo specchio e non capisce chi è.
Perchè plumcake se non ho le prugne?chi sono? dove vado? c’è vita oltre la morte?
😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
Io mi immagino che dica questo il plumcake alias loaf cake quando si specchia e sono suppergiù le stesse domande che mi pongo anch’io la mattina quando mi alzo e sembra che sia stata investita da un tram!
Ma le variazioni e storpiature sono molteplici nella cucina, segno di contaminazioni culinarie avvenute nel corso dei tempi.
Ormai è di uso comune riferirsi al plumcake come una torta soffice di forma rettangolare e se al suo interno non ci sono più le prugne, vabbè, questo è ormai un dato secondario.
Diversamente , se chiedi a qualcuno se piace del loaf cake , a meno che questi non sia inglese o ne comprenda la lingua, difficilmente vi dirà più di un “cheee?”
Ma senza voler essere pignoli, sono certa che come si chiami chiami, una bella fetta di torta , toglie tutti i pensieri e i dubbi riguardo il nome.
del resto, io stessa, sono quella delle inglesizzazioni a tutti i costi, infatti sono stata sempre Terry per tutti e sono quella che abbrevia in uno pseudo inglese il nome di tutti, infatti ci sono brother e sister, daddy, mommy e poi una serie di abbreviazioni dei nomi , lety, lily, lory, didi, mary, stefy , mely e così via ,un pò per vezzo e un pò per abbreviazione, sono diventati tutti nomi diversi 😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁
E i massimiliano diventati massy e i filomena diventate flo o filo e così via , insomma, ho anche trovato qualcuno che mi ha ripreso, che dovevo dire il nome completo e senza abbreviazione e quindi , dopo il pensiero principale che è stato : ma questo chi è? l’alternativa è stato ehi ciao, ciao bello , ma solo perchè non puoi dire alle persone ciao brutto o ciao scassaballe; insomma, questo spiega molte cose e così sono diventati solo ciao, onde evitare che faccia brutte figure o che peggio venga ripresa per aver sbagliato la pronuncia del nome.
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E poi ci sono quelli di cui non mi ricordo assolutamente i nomi e quindi sono_- ciao- _ ciao cara- ciao bella- ciao cuore- e lo sono per forza mentre ti ostini a ricercare in qualche angolo della tua mente richiamando a forza tutti i neuroni disponibili a farti ricordare il nome ,associato a quel viso, a quella persona, con quei capelli, quegli occhiali, cercando di capire chi è.Potresti indicativamente sapere chi sia, peccato che gli manchi un nome, ma fa niente, potrebbe rimanere ciao per sempre e non cambierebbe niente lo stesso 😂😂😂😂😂😂😂😂
E poi ci sono i disagi quelli top del cambio nome, nel senso che gli hai cambiato nome e che quello rimarrà per sempre!!
E così il collaboratore delle medie dove è andata cerbero e dove a settembre andrà anche il bamboccino da Mario è diventato mauro ,(anche se qui ho anche il dubbio se per caso è Mario ed io lo chiamo Mauro o viceversa ) e una tizia che ho sempre salutato – ciao Filomena- ho scoperto si chiami Grazia e di come un’altra presentata e conosciuta e convinta si chiamasse Gabriella , invece il suo nome è stato sempre Vincenza.
io non lo so cosa s’innesca nel cervello quando qualcuno si presenta e questo cervello non fissa immediatamente il nome , portandoti a sbagliare sistematicamente nomi ; sarebbe più facile se le persone indossassero una targhetta con su il loro nome, eviterebbe un sacco di incomprensioni😂😂😂😂😂😂😂
Ma diciamo che il mio disagio non è solo sui nomi ecco; ho smesso di salutare le persone nelle auto e puntualmente, ho salutato altri pensando che fossero quelli che avrei dovuto salutare!
Insomma, sembrerebbe che abbia un bassissima soglia di attenzione, in realtà fisso solo i concetti più importanti
😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
il resto è sopravvivenza!
La mia proverbiale distrazione, seguita da una filosofia di vita molto scialla, ha fatto si, che si credesse di me che fossi una svampita, scemunita, avallata dalla mia abitudine a sorridere sempre et tum ex eo dal fatto che avessi i capelli biondi, mio colore naturale tra l’altro e che detesto ampiamente 😎😎 e che molti attribuissero a queste tre cose insieme,il fatto che fossi una svampita a livello pro..
Io non so come sia possibile, che ancora negli anni duemila, quando abbiamo lasciato il secolo novecento alle spalle ,si possa cadere in un così falsissimo retaggio di questo tipo.
Ci mancano solo l’omofobia, la caccia alle streghe e i gatti neri e siamo apposto!
Fatt è, che quando ero giovane e poco gagliarda però, c’avevo questa collega che mi torturava su questa cosa e per un pò ho lasciato perdere, sempre pensando che fosse più gentile lasciarla stare, che non ne valesse la pena; quando poi mi sono girate tutte le palle dell’universo, pianeti compresi e si sono formate nuove galassie , ho pensato che la gentilezza non era certo la strada giusta e quindi ho iniziato a chiamarla amanda lear ( indovinate perchè) ed ha improvvisamente smesso di dire queste baggianata sulla proverbiale , secondo lei, stupidaggine delle bionde, presentandosi poi un giorno, da nero corvino a biondo platino che sembrava irriconoscibile.
Dal mio piccolo mondo ho capito dunque due cose importantissime:
la prima è che le persone ti prendono in giro perchè sono cattive ed ignoranti , ma anche perchè sotto sotto vorrebbero essere in qualche modo qualcosa che sei tu, anche una sciocchezza, chennesò , avere i tuoi capelli che probabilmente detesti tanto.
o la tua vespa verde o avere la tua intelligenza 😂😂😂😂o sono così proprio perchè vorrebbero essere tutto meno quello che sono e quindi denigrano gli altri
La seconda che non c’è cosa peggiore di una falsa bionda e non potevo non dirvelo, mi spiace.
Detto ciò potreste odiarmi per sempre ma fa niente, ho in qualche modo il dovere morale di dirvi che le bionde platino dal nero corvino sono falsissime, in tutti i sensi, quindi guardatevene bene 😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
Ma diversamente da molti altri, non faccio mai di tutta l’erba un fascio, ci sono sempre le eccezioni che confermano la regola e che ci dimostrano che il mondo non è questa grande congiura, ma che effettivamente , percorriamo molte vie e queste vie, che non sono sempre facili, le dobbiamo vedere secondo prospettive diverse.
ampliare i propri sguardi e cercando nuove prospettive dalla quale guardare .
E se non cambiassimo mai punto di vista, ci avete pensato, avremmo le stesse opportunità ?
e sebbene non c’entra assolutamente nulla o probabilmente ci sta più di quanto ne possiamo immaginare, secondo voi, il plumcake se l’è poi presa per questo scambio di identità?
🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
Nel frattempo che risolvo questo dubbio amletico di colossale importanza nella mia vita, in quella del plumcake e delle vostre 😁😁😁😁😁
vi lascio la ricetta di questo goloso dolce molto leggero e soffice che si rende perfetto a colazione o per una bella merenda; tra i dolci da credenza, probabilmente è uno dei miei preferiti in assoluto, per la sua consistenza e la sua insuperabile bontà .
Vi consiglio di provarlo ed essendo di base molto semplice, potete arricchirlo come meglio credete (attenti però alla frutta che rilascia molto liquido e che quindi cambia la consistenza) oppure gustarlo così, nell sua semplicità.
Come sempre grazie che leggete questi lunghi articoli 💓
Enjoy life 🎈
plumcake classico
ingredienti:
4 uova
180 gr di zucchero
250 gr di farina
la buccia di mezzo limone grattuggiata
100 gr di marmellata di arance (facoltativa)
100 ml di olio di semi
107 gr di yogurt alla vaniglia
16 gr di lievito per torte
80 gr di gocce di cioccolato
100 di latte
1 cucchiaio di farina
zuccherini per decorare (facoltativi)
preparazione:
montare le uova con lo zucchero e la buccia di limone, montare finchè la montata triplica di volume.
Setacciare la farina con il lievito.
Alla battuta di uova aggiungere la marmellata di arance e continuare a mescolare.
Setacciare sulle uova metà della farina, mescolare aiutandosi con una spatola e alternare le poveri con il latte e l’olio.
Amalgamare il tutto ed aggiungere in ultimo lo yogurt.
Tirare le gocce di cioccolato dal frigo e spolverizzarle con il cucchiaio di farina, aggiungerle all’impasto e versare in uno stampo da plumcake imburrato ed infarinato o rivestito di carta forno.
Con un coltello tagliare al centro nel senso della lunghezza l’impasto e cospargerlo di zuccherini.
cuocere in forno preriscaldato a 170° per circa 50 minuti
Fate sempre la prova stecchino.
Sfornate su di una gratella e spolverate di zucchero a velo se gradite.
Il vostro plumcake è pronto per essere gustato.
Grazie per aver letto fin e se vi è piaciuta questa ricetta lasciate un 💗 come gradimento del mio lavoro.
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Alla prossima ricetta 😉