Di certo non penserete a questa zuppa, leggendone il titolo, come un piatto di natale, no, sicuramente no; e tantomeno , a meno che non l’aveste già assaggiata, questa zuppa non vi trasmetterà un senso di goduria intensa e di bontà sopraffina, piuttosto, se siete un misery e povery come me, già al titolo avreste storto il naso, senza tenere conto che magari una volta nasceva come piatto dei poveri, ma che oggi, sicuramente e sicuramente come in questa ricetta, di povero non c’è rimasto nulla.
Piuttosto mangio pane e cipolle! Uh quante volte l’ho sentito dire e nel mio immaginario di giovane e misery, chissà che povertà doveva essere mangiare pane e cipolle.
Infatti, posso chiaramente affermare che questa zuppa, che se la nominiamo alla francese , soupe à l’oignon ha sicuramente un altro fascino, non sarebbe stato sicuramente apprezzato dalla me di quando avevo diciott’anni e a desso che invece ne hot ventisette (ahahaha no, sono poco credibile, meglio aumentare a trentasette, ecco , forse è meglio) posso affermare con decisa chiarezza che la me di quell’età non capiva proprio una cippa.
e sebbene alla mia età, ancora posso affermare con un certo orgoglio di non aver capito niente comunque, questa zuppa, l’ho capita bene 😆😆😆😆😆😆😆 e dunque rientra , probabilmente , tra le poche cose che ho capito nel bel mezzo del mio cammino.
Ma andiamo per gradi, non perdiamo il bandolo della matassa, che qui è un attimo perdersi tra un giro pindarico e l’altro.
Dunque, in giovane età c’era questo modo di dire di mangiare pane e cipolle, piuttosto che soccombere a chissà che cosa, per orgoglio e dignità ,ed era una cosa che sentivo spesso; e sebbene oggi, le cipolle mi piacciono assai, da giovane proprio per niente e al solo sentire l’odore scappavo ed in più le associavo a qualcosa di povero, il che me le rendeva nemiche, come se poi fossero loro a causare la povertà.
E’ risaputo da tutti che il crack economico del ’29 è stato a causa delle cipolle, come la crisi economica americana del 2008…..😎😎😎😎😎
E mio nonno aveva ragione quando diceva che non capivo niente, ma ahimè, io non capivo lui, in quel momento ed eravamo in una sorta di parità cognitiva generazionale..
Insomma, nascevi cipolla e significava che eri adatta ai poveri, una vita di durezze e di estrema adattabilità la cipolla oggi, la immagino a riprendersi la sua dignità dopo anni di declassamento, come sinonimo di povertà o quantomeno di vita semplice. Destinata ai poveri, simbolo della resistenza contadina a mesi di aridità agraria, alla cipolla bisognerebbe quantomeno chiedere scusa per tutti queste illazioni e vilipendi.
e basta co’ sta storia dei poveri e meno abbienti essù !
ecco dunque, certamente c’eravate arrivati prima di me , ma vi dico che mia nonna, quella nata a mare, che abitava a porte delle gatte, che oggi fa tanto Very Important Person, ma allora , quando ci vivevano i nonni, cinque figli, il gatto e il maiale, era un posto per poveri ; di fronte al mare era già una scommessa di sopravvivenza, che quando questo era grosso, carico di vento , nero di tempesta , entrava dentro e portava via tutto e tutti e questi tutti, si tenevano stretti, sulle travi del soffitto, abbracciando se potevano cose , per non farsi trascinare via, in mare aperto, dove onde, schiuma, vortici e mulinelli, ti avrebbero inghiottito senza pietà; ecco, quella mia nonna, quella donna coraggiosa che non era alta più di un metro e cinquanta, ma c’aveva nà forza che un panzer di sfondamento le faceva il solletico, li aveva portati tutti in salvo, ai figli, alle figlie , al gatto al maiale e pure e a noi, che saremmo venuti decenni e decenni dopo .
Quella mia nonna, probabilmente, non ce l’aveva nemmeno la cipolla, per accontentarsi nella sua dignità e dire mangio solo pane e cipolle.
E poi c’era la guerra, in una terra già povera, devastata dalla miseria e dalla fame e gli americani ch’erano neri come la pece e la pelle lucida come l’ebano lanciavano i bambini in aria per spaventarli e poi per farsi perdonare regalavano tavolette di cioccolata amara. E nonna gli rammendava le divise, fatte a chiazze verdi e nere e in cambio le regalavano barattoli di zuppe campbell , zuppa di biin, biin, ma che è sto biin, roba americana diceva zia, sapeva buono ,ed erano solo fagioli, ma sapevano come il piatto di ragù e fusilli della domenica, di quelle domeniche che sarebbero venute molto tempo dopo, di quelle col capretto con l’uovo e le cotolette cucinate ai bambini, a noi bambini e quando ci raccontava degli americani che si nascondevano nelle case , lanciavano i bambini e ragalavano buatti di biin, (barattoli di zuppe di fagioli ) noi ridevamo a crepapelle.
Alla fine era zuppa di fagioli nonna, era solo zuppa di fagioli, ma che sapeva come il mondo intero e che aveva salvato le creature dalla guerra , dalla fame , dalla miseria ❤
e sono certa che oggi, questa soupe à l’oignon, alla mia nonna sarebbe piaciuta, meglio dei buatti della campbell, meglio di quei giorni di soldati e mare che avevano strappato tutto, dignità, pelle e cuore.
Che poi, sapeste, qua vicino a me, dove tra l’altro ho origine io stessa, a Vatolla, si coltiva la cipolla bianca di vatolla, dalle dimensioni generose e dolcissima, una cipolla millenaria, che ha la forma di una trottola carnosa che ha trovato dal lontano oriente il suo habitat naturale proprio a vatolla e mio nonno, che era proprio originario di questo paesino nel comune di perdifumo, di cipolle non ne voleva proprio sentire,ne aveva mangiate tante e tante che non ne voleva sentire nemmeno l’odore.
E’ inverosimile come tutto questo sembri lontanissimo anni luce, alla fine , in qualche modo, è trascorso solo un secolo!
E come questo oggi sia legato a doppio filo con i i miei nonni, le mie origini , la miseria che li ha afflitti e che nonostante questo sono andati avanti ed hanno costruito tante cose belle, ma non solo prettamente materiali, hanno costruito una fitta rete di emozioni, che ha attraversato almeno due generazioni e che ne sono successe di cose in questo passaggio. tra me e i nonni non sono passati cento anni, ma cento secoli e le nostre vite sono talmente diverse e certe volte penso che avrebbero potuto vivere ancora un pò e godersi la tv digitale, il motorino elettrico, la messa su facebook e comprarsi le caramelle senza pensare che fossero uno spreco e mangiare insieme la soupe à l’ognion e sentirsi dire, ancora una volta che ci erano cresciuti a zuppa di cipolle e che non c’era altro e perchè mai vuoi torturarmi adesso con una zuppa di cipolle?”
😎
e questa è stata più o meno la stessa reazione che ha avuto la mater familia, quando raggiante l’ho invitata a pranzo e per pranzo avevo preparato questa zuppa; sebbene sia quasi abituata alle mie stravaganze in ogni ambito possibile, le ho letto chiaramente lo sgomento e lo stupore stampati in viso quando ho detto per pranzo oggi: zuppa di cipolle!
cioè là per là avrà pensato ad almeno cento scuse per non venire, ma alla fine ha prevalso la pazienza e forse la fiducia che in fondo, qualcosa di buono ne poteva uscire.
Probabilmente.
❤❤❤❤❤❤❤❤❤
Questa zuppa che ho scoperto essere la più famosa del web e che io stessa ho scoperto su instagram, invece ha origini antichissime, dall’antica roma, fino al medioevo, era considerato (echevelodicoaffà) un piatto adatto a sfamare i meni abbienti; la cipolla dunque, vista la sua abbondanza e il basso costo era considerato cibo dei poveri da secoli e millenni.
Durante il medioevo, da semplice zuppa cotta in acqua ,questa venne fatta cuocere fino a disfarsi così da divenire dolce dolce ; l’evoluzione da cibo dei poveri a zuppa di prestigio, si deve a Re Luigi XV , re di francia, che si dica l’abbia inventata casualmente, al ritorno da una battuta di caccia, dove in dispensa, non trovò altro che burro, cipolle e champagne. (fonte web)
E si sa, che col burro e lo champagne diventa tutto fantastico.
E dunque nei secoli di evoluzione dalla cucina del re è arrivata fino ai giorni nostri in una versione ricchissima ad alto tasso di irresistibilità culinaria.
Insomma, se non l’avete mai assaggiata è il momento di farlo, il periodo è quello giusto, il momento è quello giusto e poi io ve la offro in una versione doppiamente golosa.
Allora che faccio, ve la racconto?
ma si dai, hai visto mai che non ve la racconto?
zuppa di cipolle in zucca delica.
l’idea malsana di aggiungere dolce al dolce e bilanciare tutta questa dolcezza, vi dirò, è stata una sfida ma niente di insuperabile .
ovviamente ci vuole una qualche ora di preparazione che verrà ricompensata, ampiamente, dal risultato finale.
questa è la ricetta a base di zucca che ho sganciato per le feste insieme ai flan e che spero di riuscire a completare la mia prima serie di ricette per le festività natalizie.
Ma non voglio certo portarmi sfiga da sola 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣 e quindi se dovessi terminare la raccolta, non preoccupatevi, sarete i primi a saperlo 😆😆😆😆😆😆😆😆
Vi lascio dunque la ricetta e spero che passiate di qui a raccontarmi com’è andata!
Vi aspetto!
enjoy life 🎈
zuppa di cipolle in zucca delica
ingredienti per 4 persone:
per il brodo di carne :
500 gr di vitello
2 carote
2 cipolle
2 foglie di alloro
1 costa di sedano con le foglie
qualche pomodorino (vanno bene anche i pelati)
acqua a coprire la carne
1 zucca delica di circa 400 gr
1 peperoncino
2/3 foglie di alloro
1 bulbo di aglio
rosmarino
olio, sale e pepe q.b
500 gr di cipolle bianche o dorate meglio se di vatolla
2 cucchiai di farina
50 ml di vino bianco secco
80 gr di burro
80 gr di olio
sale, pepe q.b.
150 gr di emmenthal svizzero, gruviere
4 fette di pane tostato ai cereali
pepe e noce moscata per completare.
procedimento:
per prima cosa mettiamo in una casseruola dal fondo di acciaio un giro d’olio e mettiamo a rosolare le verdure destinate al brodo tagliate in maniera grossolana.
Facciamole imbiondire uniformemente .
In una padella rosoliamo la carne tagliata a pezzettoni insieme le foglie di alloro, sigilliamo bene la carne e aggiungiamolo alle verdure con tutti i succhi.
rosoliamo insieme qualche minuto, aggiungiamo i pomodori e copriamo con acqua a sufficienza a coprire la carne, abbassare la fiamma e cuocere a fuoco medio, schiumare se occorre e dal bollore far cuocere lentamente per circa due ore e mezza
Filtrate il brodo ottenuto e tenetelo da parte.
In alternativa potete un usare un brodo pronto di carne.
Prepariamo la zucca delica, tagliando la parte superiore della zucca , eseguendo un taglio a circa dieci centimetri dal picciolo e svuotiamola delicatamente con l’aiuto di una scavino o di un cucchiaio.
Mettiamo la polpa ricavata da parte e condiamo l’interno della zucca con olio e sale.
rimettiamo la polpa nella cavità della zucca ridotta in pezzi più piccoli e condiamo il tutto con olio, sale ,pepe, il peperoncino, le foglie di alloro, il rosmarino il bulbo d’aglio tagliato in due parti.
Aggiungiamo un bicchiere d’acqua , copriamo con un foglio di alluminio e cuociamo in forno per circa quaranta minuti a a 200 ° ventilato.
Controlliamo di tanto in tanto la cottura della polpa della zucca.
Una volta pronta, svuotare la polpa dalla cavità della zucca, togliere le foglie degli aromi e trasferirla in un un contenitore per poterla poi ridurre in crema con l’ausilio di un minipimer o un robot da cucina.
la calotta della zucca si manterrà rigida per permettere di accogliere la zuppa successivamente.
Zuppa di cipolle
Affettiamo sottilmente le cipolle, sappiate che questa operazione vi farà piangere e molto, ma voi non desistete!
In una casseruola con triplo fondo o un buon antiaderente fate fondere 80 gr di burro in 80 gr di olio; versare tutte le cipolle che avete affettato e che vi sono costate lacrime e sudore, ma soprattutto lacrime e fatele rosolare fino a che non diventano bionde e trasparenti.
Aggiungete i due cucchiai di farina e fate tostare insieme alla cipolle; aggiungete il vino bianco secco e fate sfumare.
avrete ottenuto quindi la base della vostra zuppa, fate cuocere alcuni minuti ed infine coprire con 500 ml di brodo caldo; bisogna che il brodo copra di un paio di dita le cipolle, se dovesse asciugarsi, aggiungere altro brodo , ma sempre all’occorrenza, la zuppa deve risultare cremosa e non liquida.
Salate e pepate e lasciate cuocere a fiamma moderata per circa 30/40 minuti.
Una volta pronta la zuppa, passiamo all’assemblaggio.
in una pirofila o un piatto resistente al forno, adagiate la zucca delica che abbiamo cotto e svuotato in precedenza e che abbiamo tenuto al caldo.
Frulliamo a crema liscia e senza grumi la polpa di delica, condiamola con poco sale ed uniamola alla zuppa di cipolle.
Tostiamo bene bene quattro fette di pane casereccio.
versiamo per metà della zucca la zuppa di cipolle e zucca, adagiamo due fette di pane, copriamo con l’emmenthal grattugiato, noce moscata e pepe se gradite.
Copriamo con il resto della zuppa ,adagiamo le altre due fette di pane, copriamo con l’emmenthal regoliamo ancora di noce moscata e pepe e rimettiamo in forno a 200 ° statico per 15 minuti e poi solo grill per cinque minuti.
In superficie si deve formare una crosta dorata .
La vostra zuppa di cipolle in zuppa delica è pronta!
Io me ne sono innamorata al primo assaggio e vi dirò, risulta davvero difficile non innamorarsene, ha conquistato anche il palato difficilissimo della mater familia !!
Due consigli, ma giusto due, per la realizzazione della ricetta:
potete omettere l’unione con la zucca, la zuppa in sè nasce senza , ergo andate tranquilli, non se ne risentirà nessuno. Nemmeno io , giuro!
Due : esistono in commercio una miriade di brodi sotto tutte le forme plausibili, pertanto se non avete tempo, potete tranquillamente bypassare il passaggio del brodo.
tre: come tutte le rivisitazioni, non essendo nemmeno la mia, la versione donata direttamente dal re luigi xv, anche questa mantiene degli arrangiamenti e che potrebbero essere differenti dall’ originale, ma sappiate che anche la versione originale, differiva dall’invenzione del Re!
pertanto , diciamo che ho adattato una versione personale mettendoci una certa licenza poetica.
Non mi resta che invitarvi a provarla e se avete dubbi al riguardo , non esitate a scrivermi.
inoltre vi ho confezionato un video con tutti i passaggi , in modo da potervi aiutare nella realizzazione.
Grazie per aver letto fin qui e spero che la ricetta vi sia piaciuta; se così fosse, lasciate un ❤ a questo articolo oppure lasciatemi le vostre impressioni, vi aspetto nei commenti!
Alla prossima ricetta 😉